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C’è meno fiducia nel dollaro e tutti tornano al vecchio oro

22/10/2019
C’è meno fiducia nel dollaro e tutti tornano al vecchio oroTecnicamente gli specialisti la definiscono “de-dollarizzazione” ed è un prodotto della guerra commerciale in atto attuata dall’amministrazione Trump nel tentativo di valorizzare la produzione industriale statunitense. Così, all’imposizione di dazi sulle importazioni dalla Cina, quest’ultima ha reagito non solo imponendo altrettanti balzelli doganali ai prodotti a ‘stelle e strisce’, ma anche scegliendo strade alternative. E se da un lato quella di lunga prospettiva è negli investimenti infrastrutturali della ‘Via della Seta’, dall’altro, molto più nel breve periodo, il Governo cinese ha ridotto le proprie riserve di dollari.
Risulta infatti che nel solo mese di settembre la Cina abbia acquistato 5,9 tonnellate di oro portando il totale dell’incremento delle proprie riserve degli ultimi nove mesi a 100 tonnellate. È come farebbe un 'facoltoso risparmiatore' privato che, per garantirsi contro una crisi imminente, si affida al bene rifugio per eccellenza, appunto l'oro. Ed è quanto ha fatto anche la Russia che, oltre a essere stato il principale compratore negli ultimi anni, oggi ha raggiunto quota 107,85 miliardi di dollari di controvalore con le sue riserve auree.

Non solo Cina e Russia: anche in Europa si partecipa alla nuova corsa all'oro, ma ciascun Paese per conto proprio

Una barra d’oro mantiene il suo valore, anche in tempi di crisi. L’opposto di quanto accade con bond, titoli azionari e altre securities, le quali contengono implicitamente una componente di rischio che può portare a un deprezzamento. Per questo l’oro è l’àncora di salvezza per il sistema finanziario, poiché lo stock aureo offre un collaterale da cui ripartire”. L’affermazione sembrerebbe quella del nostro ‘facoltoso risparmiatore’, ma la si legge invece in un articolo pubblicato sul sito ufficiale della Banca centrale olandese. Si aggiunga che, non è certo una coincidenza, la Banca centrale tedesca e poi quella austriaca hanno accelerato le proprie operazioni di rimpatrio delle riserve auree detenute in caveau esteri, alla Fed di New York come alla Bank of England o alla Banque de France. Cosa che la Banca centrale olandese già aveva avviato cinque anni fa, ad esempio ritirando 122 tonnellate di oro dai caveau newyorchesi.
Infine è da notare che dalla scorsa estate tutte le banche centrali europee potranno vendere o comprare oro senza più doversi coordinare con gli altri partner europei, come invece era quando ai vertici della Banca centrale europea era Mario Draghi.

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