L’Italia è il Paese Ue che paga il prezzo più alto alla contraffazione: il fatturato illecito è quantificato in oltre 7 miliardi di euro, altrettanti di perdite erariali e oltre 100.000 posti di lavoro sottratti all’occupazione legale. Per dare nuovo impulso alla lotta alla contraffazione in tutta Italia si è celebrata la prima “Giornata della lotta alla contraffazione per gli studenti” organizzata nell’ambito delle attività del Consiglio Nazionale per la Lotta alla Contraffazione e all’Italian Sounding (CNALCIS), istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico, di cui CNA fa parte.
«CNA Veneto è paladina del Made in Italy – ha commentato Alessandro Conte, Presidente di CNA Veneto – e tra le battaglie fatte anche come Tavolo regionale della moda, siamo stati tra i sostenitori, con la Regione e altre associazioni imprenditoriali, del lancio dello spettacolo di Tiziana Masi “Tutto quello che sto per dirvi è falso”, diventato dal 2013 ad oggi, con più di 200 repliche all’attivo, il punto di riferimento culturale in Italia per l’educazione all’acquisto legale e per sensibilizzare le giovani generazioni sull’emergenza contraffazione, che arricchisce soltanto le mafie. Lo spettacolo è stato anche al centro della Prima giornata contro la contraffazione ed è stato trasmesso dalla RAI in streaming».

L’impegno è quello di riproporre annualmente un momento di riflessione per i giovani sul ‘peso’ dei falsi

La Giornata, che verrà replicata a cadenza annuale, prevede iniziative ed eventi rivolti alle scuole del territorio nazionale e scuole italiane all’estero, ed azioni comunicative di impatto, immediate e semplici, con l’obiettivo di creare occasioni di dibattito e confronto interattivo con gli studenti partecipanti. L’obiettivo prioritario è quello di colmare il gap di conoscenze su tali fenomeni e di rendere i giovani maggiormente responsabili nel momento dell’acquisto dei prodotti.
«La contraffazione è una vera minaccia per la competitività delle imprese – ha concluso Alessandro Contee – e provoca incalcolabili costi economici e sociali. È una piaga che dobbiamo eliminare se vogliamo che il nostro tessuto economico possa competere con libertà nel mercato globale».