In Veneto oltre 20.000 botteghe e negozi persi in dieci anni
La situazione di difficoltà è proseguita anche nell’ultimo anno, in particolar modo al Nord: in Lombardia, in Trentino Alto Adige, in Emilia Romagna, in Piemonte, in Veneto e in Friuli Venezia Giulia la spesa mensile media delle famiglie nel 2018 è stata inferiore a quella relativa al 2017: in Veneto in particolar modo, tra il 2018 e il 2017 la spesa media per famiglia è scesa di 52 euro mensili pari ad una contrazione percentuale del -1,9%.
Dapprima a condannare il piccolo commercio è stata la grande distribuzione, oggi ci si aggiungono anche gli acquisti l’online
Sottolinea il Segretario della CGIA, Renato Mason: «Sebbene la manovra 2020 abbia scongiurato l’aumento dell’Iva e dal prossimo luglio i lavoratori dipendenti a basso reddito beneficeranno del taglio del cuneo fiscale, il peso del fisco continua essere troppo elevato. L’aumento della disoccupazione registrato con la crisi economica sta condizionando negativamente i consumi. Inoltre, come dimostrano i dati relativi all’artigianato e al piccolo commercio, è diventato sempre più difficile fare impresa, anche perché il peso della burocrazia e la difficoltà di accedere al credito hanno costretto molti piccolissimi imprenditori a gettare definitivamente la spugna».
In Veneto, anche a seguito di questa forte diminuzione dei consumi delle famiglie, la platea delle imprese artigiane e del piccolo commercio è scesa di numero. Tra il settembre 2009 e lo stesso mese di quest’anno le aziende/botteghe artigiane attive sono diminuite di 17.797 unità, pari al -12,4%, mentre lo stock dei piccoli negozi è sceso di quasi 2.680 unità, -5,6%. Complessivamente, quindi, sono andati perduti quasi 20.500 negozi di vicinato in 10 anni.