Diritti UE: il Parlamento Europeo contro Polonia e Ungheria
La vicenda si trascina da due anni: nel caso della Polonia, la Commissione europea ha chiesto l’intervento dell’UE nel dicembre 2017, in considerazione delle minacce percepite relative all’indipendenza della magistratura. In una risoluzione adottata nel marzo 2018, il Parlamento europeo si è detto d’accordo con la Commissione sui rischi per lo Stato di diritto in Polonia. Successivamente, nel settembre 2018, il Parlamento ha chiesto al Consiglio di agire per evitare che le autorità ungheresi violassero i valori fondanti dell’UE. I deputati si sono detti preoccupati soprattutto per i rischi relativi a indipendenza giudiziaria, libertà di espressione, corruzione, diritti delle minoranze e per la situazione dei migranti e dei rifugiati.
L’articolo 7 del Trattato sull’Unione europea prevede che il Consiglio, prima di procedere nell’assunzione di provvedimenti, ascolti le autorità nazionali e i ministri UE hanno tenuto due audizioni con il governo ungherese, nel settembre e nel dicembre 2019, e tre con quello polacco, nel periodo da giugno a dicembre 2018. Il Parlamento, che3 ha lamentato che i deputati non siano stati formalmente invitati a questi incontri, sollecita ora la Commissione Europea ad avvalersi appieno degli strumenti disponibili per far fronte a un evidente rischio di violazione grave da parte della Polonia e dell'Ungheria dei valori su cui si fonda l'Unione.