Cresce la fauna animale nelle aree radioattive di Fukushima
Le città deserte sono diventate il regno dei cinghiali: le radiazioni ne hanno modificato, non si sa in quale direzione, il Dna
L’analisi ha mostrato che i cinghiali avevano tre o quattro volte più probabilità di essere trovati nella zona deserta rispetto alle aree occupate dall’uomo: sono stati avvistati più di 46.000 volte e sono pertanto la specie più presente tra quelle osservate nella regione del disastro. Nelle città abbandonate di Fukushima, i cinghiali sembrano essersi moltiplicati rapidamente da quando gli umani se ne sono andati e vagano per le strade cercando il cibo e facendo a pezzi le case fatiscenti.
Il capricorno del Giappone, un mammifero simile alle capre ma con zampe lunghe come l’antilope, sembra preferire la zona abitata per tenersi alla larga dai cinghiali. I macachi giapponesi, le scimmie delle nevi, si sono invece espanse nelle zone off limits per gli uomini. Le volpi rosse si sono invece diffuse in modo uniforme in tutte le zone, indipendentemente dal livello della radioattività.
La ricerca ha peraltro dimostrato che, malgrado le popolazioni animali sembrino crescere, le radiazioni del disastro di Fukushima hanno contribuito a danneggiare il Dna di lombrichi e rondini, ma anche di mammiferi come i topi e gli stessi cinghiali.