Da Confcommercio appello ai politici per ‘salvare’ le città
La minaccia per il commercio di vicinato veniva anni fa dalla diffusione dei centri commerciali che sono capillarmente presenti in tutto il territorio veneto. Ma ora anche queste strutture sono in crisi: curiosamente la sede di Confcommercio Veneto, a Mestre, è proprio in faccia ad Auchan che, passato alla gestione Conad, ha appena annunciato un centinaio di esuberi. Il ‘nemico’ oggi è internet con i consumatori che nei negozi entrano per provare e vedere di persona gli articoli che poi acquistano, una volta tornati a casa, su computer.
«Le serrande abbassate nei centri urbani – spiega il presidente di Confcommercio Veneto – sono un problema anche di sicurezza. Le vetrine accese tengono in vita il centro e lo fanno vivibile per tutti. La politica ascolti le imprese». Ecco allora l’idea di un ‘patto per le città’ che l’organizzazione dei commercianti, dialogando anche tutte le altre categorie economiche, proporrà alla Regione. Non per chiedere fondi, ma con l’obiettivo di costruire un sistema che consolidi il territorio e che promuova idee nuove per incrementare lo sviluppo urbano.
Al proprio interno gli associati dovranno affrontare prioritariamente due questioni: da un lato, come si diceva, quella della digitalizzazione per innovarsi al passo con i tempi e non perdere il controllo di un canale del commercio dal quale non si tornerà certo indietro; dall’altro quello dei saldi. Troppo facile oggi procedere a svendite e campagne di sconti che vanno ben oltre le reali motivazioni, drogando un mercato già in difficoltà, e troppo ravvicinate le date per i saldi di fine stagione che ormai si effettuano nel ‘cuore’ della stagione stessa e che travisano quello che era un tempo questa opzione commerciale.