Il 10% dell’imprenditoria in Italia è nata all’estero
Negli ultimi dieci anni, mentre il numero degli imprenditori nati in Italia è diminuito del -6,9%, quello dei nati all’estero è aumentato del +32,7%, con un +1,9% nell’ultimo anno. La Cina si conferma il primo paese contando 75.542 imprenditori, e con un aumento che negli ultimi dieci anni è stato del +52,4%. Le altre nazionalità maggiormente rappresentate sono la Romania e il Marocco, entrambe con circa 70 mila imprenditori, con la differenza che mentre la presenza rumene ha contrinuato a crescere del +3,4%, quella marocchina è scesa del -3,5%. Negli ultimi anni sono in forte crescita le comunità del Bangladesh , del Pakistan e dell’India, tutte con aumenti sopra il 130%.
Un terzo degli imprenditori di origine immigrata opera nel Commercio (33,4%). Seguono i Servizi (23,1%) e le Costruzioni (21,0%).
La prima regione per numero di imprenditori stranieri è la Lombardia, con oltre 150 mila unità (oltre un quinto del totale nazionale). In questo caso, la componente immigrata rappresenta l’11,3% dell’imprenditoria complessiva. La seconda regione è il Lazio, con oltre 86 mila imprenditori: qui si registra l’incidenza più alta in assoluto (12,8%). Seguono poi tre regioni con oltre 60 mila imprenditori stranieri: Toscana, Emilia-Romagna e Veneto.
Il Valore Aggiunto prodotto ammonta a quasi 126 miliardi di euro, pari all’8% del totale. A livello territoriale, quasi un quarto del V.A. delle imprese straniere si concentra in Lombardia (30 miliardi). Se invece osserviamo l’incidenza del V.A. delle imprese straniere in ciascuna regione, i valori massimi si registrano in Toscana (11,0%) e Liguria (10,6%). Valori sopra la media nazionale anche in molte altre regioni del Centro Nord tra cui Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Lazio.