Passata l’epidemia sarà necessario uno sguardo non egoistico
La tragedia quotidiana del numero dei malati e dei decessi non deve impedire, alla classe dirigente, di avere uno sguardo oltre la contingenza per indicare una prossima strategia al sistema Paese. Non è semplice riuscire a metabolizzare il cambiamento, cui la lotta al Coronavirus ci obbliga e non è altrettanto semplice immaginare quanto diverso sarà il nostro mondo, una volta che ci saremo liberati di questo ospite sgradito. E’, però, indispensabile riuscire ad avere una “visione larga”, non egoistica, perché da questa pandemia non si esce da soli; mai, come in questo momento, dobbiamo capire che siamo parte della stessa natura.
Tutti noi, abitanti del pianeta chiamato Terra, siamo costruttori di questo epocale cambiamento, che porterà ad un nuovo ordine mondiale: persone, imprese, nazioni economicamente o culturalmente deboli e poco organizzate, collasseranno sotto gli effetti del Coronavirus; altri più forti ed organizzati approfitteranno della loro debolezza per fagocitarli ed occuparne il posto.
Per cercare di rendere il mondo un po’ più sicuro e più giusto, dovremmo in queste ore pensare non solo a salvarci, ma dovremmo volgere il nostro sguardo all’Africa, all’India ed a tutte quelle nazioni, che non dispongono ancora di strutture sanitarie ed organizzazione in grado di poter arginare il Coronavirus.
Aiutarle a contrastare la pandemia vuol dire non solo fare la cosa giusta nei confronti di nostri simili, ma anche ridurre le possibilità di subire le conseguenze del collasso di queste popolazioni con le irrimediabili ripercussioni negative anche per noi, ponte naturale fra il Sud povero ed il Nord ricco del pianeta.
Aiutarci ed aiutare il mondo ad essere più sicuro e meno dipendente dalle brame di chi già vede il Coronavirus come un’opportunità per prevaricare il prossimo, espandendo il proprio dominio economico, politico, militare; penso debba essere questa la prima missione di persone, che vogliono continuare a rimanere libere, senza dovere dire ‘signorsì’ ad un nuovo padrone.
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