Premio Abbiati a Robert Carsen per il Don Carlo alla Fenice
Il Don Carlo si svolge in Spagna nel '500, subito dopo l’abdicazione di Carlo V, e mette in scena i personaggi storici tratti dal dramma di Schiller; nella complessa trama si intrecciano profondi conflitti personali, politici, religiosi. La messa in scena dello scorso novembre alla Fenice con la direzione di Myung-Whun Chung, vedeva un cast prestigioso, reso ancora più interessante da alcuni debutti nei ruoli: Alex Esposito, Piero Pretti, Julian Kim, Maria Agresta, Veronica Simeoni.
Robert Carsen, nato a Toronto nel 1954, poco più che ventenne si trasferì a Londra per studiare recitazione, ma fu in Italia qualche anno dopo che, facendo l'assistente di regia, scoprì la sua vera vocazione che da lì lo porterà a raccogliere grandi successi nei maggiori teatri lirici del mondo. Il Teatro La Fenice ha un legame di profonda amicizia con il regista dalla sua Traviata che nel 2004 inaugurò la prima stagione lirica del Teatro, dopo la ricostruzione a seguito del devastante incendio che lo aveva distrutto. Questo allestimento, ripreso nel 2007, è divenuto un classico del repertorio della Fenice, una sorta di speciale appuntamento in cui il pubblico ritrova la magia nel vedere l’opera proprio dove è nata.
In un momento così difficile e delicato per tutti, questo riconoscimento a Carsen e al suo Don Carlo riempie la Fenice di orgoglio e di autentica gioia, pare quasi un segnale, un incoraggiamento a ripartire con ancora maggiore entusiasmo e determinazione. Con La Fenice si deve sentire premiata anche Venezia, di cui il Teatro è un simbolo, città che, dall'alluvione al lockdown, ha molto sofferto ma che come sempre si rialzerà.
«La notizia del Premio – ha commentato il Sovrintendente, Fortunato Ortombina – ci raggiunge nel giorno in cui ci viene detto che potremo riaprire presto. Il Don Carlo di Verdi è una vetta del teatro musicale di ogni tempo, ne condividiamo il Premio con tutti i lavoratori della Fenice. Grazie Robert, grazie Maestro Chung e grazie a tutti gli artisti che nei giorni della devastazione di novembre non ci hanno mai fatto mancare il loro amore per la Fenice».