Con il cambiamento climatico aumenta la ‘povertà energetica’
«Il concetto di povertà energetica – spiega Enrica De Cian, professoressa di Economia ambientale a Ca’ Foscari e responsabile del team di ricerca del progetto ERC Energya che ha svolto lo studio – è di norma legato alla possibilità di assicurarsi un livello adeguato di riscaldamento durante i mesi più freddi. I nostri dati suggeriscono di allargare il concetto includendo il ruolo sempre più determinante del raffrescamento estivo. I nuclei familiari più poveri spendono già di norma una porzione ampia del loro budget in beni essenziali, come il cibo e l'elettricità. Quest’ultima voce dovrà aumentare per proteggere i più vulnerabili dal rischio di mortalità o da altri gravi problemi di salute durante le ondate di calore».
«L’elemento innovativo di questo lavoro – afferma l’economista Teresa Randazzo, prima autrice dello studio – è che la nostra analisi empirica permette di tenere conto di fattori di scelta che sono di norma difficili da osservare e misurare, come la percezione personale del comfort termico, l'avversione al rischio o la consapevolezza ambientale».
Lo studio evidenzia in effetti come varie caratteristiche degli individui e dei nuclei familiari portino all’adozione dell’aria condizionata nelle case. Ad esempio, la presenza di minori in casa induce ad adottare e ad usare di più i condizionatori. E le famiglie che posseggono numerosi elettrodomestici tendono ad usare di più i condizionatori. Certamente i cambiamenti climatici aumenteranno i tassi di adozione dell’aria condizionata anche in Europa, con incrementi fino al +21% in Spagna e al +35% in Francia nei prossimi 20 anni.
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