Poche richieste in Veneto per prestiti garantiti dal Governo
La regione che ha presentato il maggior numero di richieste è la Lombardia (95.316). Seguono, a distanza, Emilia Romagna (50.939) e Lazio (43.713). La nostra regione si colloca al 4° posto (42.911) con circa il 9% delle operazioni presentate. Con riferimento alle operazioni fino a 25.000 euro, il 19,8% proviene dalla Lombardia; seguono Emilia Romagna (10,6%), Lazio (9,0%) e Veneto (8,3%). Risultati questi che provengono del primo monitoraggio che l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto ha avviato sui dati del Fondo di Garanzia. Le richieste presentate dalle imprese venete si distinguono in particolare per due aspetti: per l’importo totale richiesto, 2.577 milioni di euro che risulta essere il secondo maggior volume dopo quello della Lombardia e per la percentuale molto bassa di questa richiesta imputabile alle domande inferiori ai 25mila euro che risulta essere del 30,2%. Mediamente in Italia, l’importo per operazione si attesta a 46.568 euro, in Veneto il valore sale a 60.057 euro.
«La nostra analisi - commenta Agostino Bonomo Presidente di Confartigianato Imprese Veneto - mette in evidenza alcuni elementi macro che aprono a delle riflessioni. Primo il fatto che ad oggi risultiamo “solo” al 4 posto come numero di operazioni presentate dovuto in particolare al fatto che registriamo una incidenza delle richieste di piccolo taglio (quelle garantite al 100%) tra le più basse del Paese. Fenomeno che trova conferma, secondo elemento, nell’importo medio che, in Veneto, è di 60mila euro. Un valore ben superiore (di ben 15mila euro) a quello medio italiano che mette in luce un elemento già evidenziato dalla Confartigianato alla Regione Veneto: la necessità di garantire al 100% ed agevolare al massimo finanziamenti più consistenti dei 25mila euro previsti dallo Stato. Il secondo elemento che “scoraggia” la domanda sono i 6 anni previsti per l’ammortamento del debito. Se a causa della pandemia il Governo permette alle imprese di indebitarsi, congelando il nuovo Codice della Crisi, deve dare la possibilità agli imprenditori di restituire il denaro almeno in 10 anni. Su questa modifica stiamo concentrando, come Confartigianato, molti sforzi al fine di ottenere la modifica in fase di conversione del DL».