Confartigianato: quindici linee di intervento per il Veneto
«Abbiamo bisogno di una Italia forte e di una Europa fortissima»: perché la pandemia ci ha mostrato che da soli nessuno può superare certe difficoltà, in particolare in una regione come il Veneto che vive di export e di turismo. Senza rinnegare la richiesta di autonomia per la regione, ma riconoscendo che «anche i paradigmi sulla base dei quali abbiamo chiesto l’autonomia – spiega il presidente di Confartigianato Imprese Veneto – dopo la pandemia li dobbiamo rivedere nel quadro di un ‘federalismo cooperativo’». È innegabile, infatti, che la forza della regione sta nell’essere parte di un sistema economico produttivo che lo coniuga alla Lombardia e all’Emilia Romagna in un triangolo che rappresenta il 40% del Pil nazionale.
La costruzione di una sorta di alleanza interregionale per l’adeguamento e l’ammodernamento delle infrastrutture materiali ed immateriali, per la formazione e per la ricerca è il primo caposaldo dei quindici punti indicati da Confartigianato Imprese Veneto come prioritari per far ripartire il ‘sistema del nord’. È qui che torna forte il segno dell’Europa e la necessità di usare bene i 37 miliardi destinati all’Italia dal MES per le spese destinate alla sanità, il fondo SURE, (per il mantenimento dell’occupazione) che destina a livello europeo 100 miliardi a cui si aggiungono ora le risorse del Recovery Fund. O, meglio, il Next Generation Eu da 750 miliardi di euro approvato dal Consiglio europeo con un’Italia che si porta a casa un “tesoretto” da 208,8 miliardi di cui 81,4 di trasferimenti e 127,4 di prestiti. «Dobbiamo essere in grado di utilizzare efficacemente, come Paese ma anche come Regione, la grande disponibilità di risorse messe in campo».
L’altro caposaldo per gli artigiani è la formazione: «Tra i “cantieri” aperti – dice Roberto Boschetto, VicePresidente di Confartigianato Imprese Veneto – quello relativo all’istruzione tecnica superiore è uno tra i più sfidanti. Ci poniamo l’obiettivo di fare del Veneto la prima regione italiana per offerta e diplomati ITS: ci sono quindi 25.500 ragazzi diplomati che potrebbero proseguire gli studi negli ITS ed essere “formati” per i bisogni del modello produttivo delle imprese venete che richiede e valorizza maggiormente tecnici e diplomati di alta qualità attrattive».
«L’auspicio – conclude Bonomo – è che le proposte di Confartigianato Imprese Veneto pungolino ulteriori riflessioni sul futuro del Veneto, con l’obiettivo di realizzare una visione condivisa, per una nuova stagione di sviluppo».