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FENICE: LA TRAVIATA AL TEMPO DEL COVID IN FORMA SEMISCENICA

24/09/2020
FENICE: LA TRAVIATA AL TEMPO DEL COVID IN FORMA SEMISCENICALa traviata ai tempi del Coronavirus e del distanziamento sociale, con Violetta, una donna affascinante ma malata, che diventa simbolo della resistenza, della resilienza, di un desiderio di vita che anche nelle difficoltà più impervie non cessa di pulsare. È questo il cuore del nuovo allestimento del capolavoro verdiano, che debutta sul palcoscenico lagunare a quasi venti anni dalla storica Traviata di Robert Carsen che inaugurò la Fenice ricostruita e che in queste due decadi non ha mai stancato il pubblico della Fenice con nuove e regolari riproposizioni.
Sarà una nuova Traviata, stavolta, con la regia di Christophe Gayral, un artista che ha fatto delle norme di sicurezza anti-Covid, delle misure di contenimento, delle distanze tra individui imposte non una limitazione ma una risorsa, una fonte inedita di ispirazione creativa, se non addirittura il punto di forza del suo allestimento. Con Stefano Ranzani responsabile della parte musicale, lo spettacolo ‘sperimentale’ firmato da Gayral con il light design di Fabio Barettin sarà in scena al Teatro La Fenice di Venezia per due repliche: venerdì 25 e domenica 27 settembre 2020, alle ore 19.00.
Melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, La traviata è dei titoli più rappresentati nei teatri di tutto il mondo ma è anche un’opera legata a doppio filo al Teatro veneziano non solo perché andò in scena per la prima volta proprio qui, il 6 marzo 1853, ma anche perché fu questo titolo a inaugurare, nel novembre 2004, la prima stagione lirica della Fenice ricostruita. «La traviata debuttò il 6 marzo 1853 al Teatro La Fenice di Venezia – spiega Christophe Gayral – e come un’araba fenice, ancora oggi viene eseguita regolarmente. Questa è la ragione per cui, in questi momenti così speciali, si propone una nuova Traviata, in una versione scenica necessariamente e inevitabilmente più semplice, ma ancora con la capacità di affermare, con la sua solita, dirompente forza, il tema del desiderio di vivere. Protagonista dell’opera è Violetta, una donna giovane, malata ma ancora molto attraente, che è incarnazione della resistenza, dell’indipendenza dagli uomini. Il suo carisma naturale e la sua intelligenza fanno di lei una donna di potere, che tutti gli uomini desiderano possedere, una figura di emancipazione che nessuno è in grado di fermare. Per lei, la vita è una battaglia quotidiana, una battaglia contro la malattia, che combatterà con la voglia di vivere fino al suo ultimo momento».
Il cast di questa nuova edizione della Traviata di Giuseppe Verdi vedrà in scena, per le parti principali, il soprano Claudia Pavone nel ruolo di Violetta Valéry, il tenore Matteo Lippi nel ruolo di Alfredo e il baritono Alessandro Luongo in quello di Giorgio Germont. La compagnia di canto comprende inoltre Elisabetta Martorana (Flora Bervoix), Sabrina Vianello (Annina), Enrico Iviglia (Gastone), Armando Gabba (barone Douphol), Mattia Denti (dottor Grenvil) e Matteo Ferrara (marchese d’Obigny). Nei ruoli comprimari si alterneranno gli artisti del Coro Safa Korkmaz e Domenico Altobelli (Giuseppe), Giampaolo Baldin e Antonio S. Dovigo (domestico di Flora), Nicola Nalesso e Emanuele Pedrini (commissionario). Maestro del Coro Claudio Marino Moretti.
«Le vendite di biglietti per le due recite della Traviata del 25 e 27 settembre - dichiara il sovrintendente Fortunato Ortombina - sono andate molto bene, abbiamo registrato una risposta al botteghino ad oggi molto vicina al sold out e questo ci rende ottimisti, perché questo successo è una riprova del fatto che il pubblico, dopo il lungo periodo del lockdown, sta finalmente riacquistando fiducia nei confronti dello spettacolo dal vivo al chiuso. Sappiamo quanto sia importante vivere la musica insieme, dal vivo: rafforza la nostra identità e il nostro senso di comunità. Per questo crediamo che sia giunto il momento di ‘cavalcare’ questo rinnovato entusiasmo del pubblico, cogliendo il forte segnale che ci sta lanciando. Riteniamo necessario cominciare a considerare nuove norme di accesso al teatro, nuove aperture per la fruizione dello spettacolo dal vivo al chiuso, sempre rispettando le misure di distanziamento sociale, ma allentando le rigide limitazioni imposte finora».

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