La commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento Europeo ha adottato, con 74 voti contro 5 e 1 astensione, la sua relazione sul programma di azione dell’UE nel settore sanitario, il cosiddetto 'programma EU4Health'. La richiesta della commissione parlamentare è quella di aumentare il bilancio per il programma fino alla quota di 9,4 miliardi di euro per migliorare la promozione della salute e rendere i sistemi sanitari più resilienti in tutta Europa. L’UE ha urgente bisogno di un ambizioso programma sanitario per garantire che i sistemi sanitari europei possano affrontare future minacce per la salute. Ciò non è possibile se, come si sta paventando da parte di taluni Stati membri, il bilancio venisse ridotto a 1,7 miliardi di euro.
Per raggiungere gli obiettivi del programma, la relazione si propone, tra l'altro, di concentrarsi maggiormente sulla prevenzione delle malattie e sulla riduzione delle disuguaglianze di salute. Viene proposto di digitalizzare l’assistenza sanitaria attraverso la creazione e l’applicazione del record europeo di sanità elettronica e di promuovere la salute affrontando i rischi per la salute derivanti dall’uso di alcol e tabacco.
Altro obiettivo è affrontare le resistenze alle vaccinazioni oltre che intraprendere azioni più specifiche per affrontare le carenze di medicinali e fare un uso migliore degli antimicrobici, come gli antibiotici. Infine la commissione del Parlamento chiede un rafforzamento della lotta contro il cancro e la prevenzione e gestione delle malattie croniche, come le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2.
«La crisi COVID-19 – ha sottolineato il relatore del Parlamento Cristian-Silviu Buşoi (PPE, Romania) – ha messo in luce la necessità di strumenti sanitari ben definiti e adeguatamente finanziati, nonché l’urgenza di stimolare l’innovazione e investire di più nella salute in generale. Sarà fondamentale aumentare i finanziamenti per il programma EU4Health a 9,4 miliardi di euro, come proposto dalla Commissione a maggio, al fine di avere la capacità di affrontare future pandemie e minacce per la salute e per rendere i nostri sistemi sanitari più resilienti».