Il Coronavirus ha contagiato anche i social con le fake news
È quanto emerge dall’ultimo Rapporto dell’Osservatorio sul giornalismo “La professione alla prova dell’emergenza Covid-19” approvato all’unanimità dal Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. L’AGCOM ha infatti deciso di dare il via ad una consultazione pubblica per far luce sulle reali condizioni del lavoro giornalistico e avvierà quindi incontri con il Sottosegretario per l’informazione e l’Editoria e con gli stakeholder per raccogliere proposte e intraprendere un confronto sulle principali problematiche del settore.
Il Rapporto punta in particolare i riflettori sulla drammatica sfida imposta dalla pandemia alla professione giornalistica, analizzata attraverso un’indagine ad hoc che ha coinvolto la scorsa estate i professionisti dell’informazione. È emerso che, per l’attività lavorativa prevalentemente svolta a distanza a causa del lockdown, quasi 9 giornalisti su 10 hanno fatto ricorso a fonti istituzionali piuttosto che a riscontri diretti. Ciò non sembra aver avuto un significativo impatto sui lettori, almeno riguardo le notizie relative agli aspetti sanitari: in 7 casi su 10 i cittadini si sono detti soddisfatti delle informazioni ricevute.
Pur con importanti eccezioni, si è registrata una generalizzata difficoltà delle redazioni a misurarsi tecnicamente con linguaggi e specifiche esigenze dell’informazione di carattere medico-scientifico, “delegando” di fatto a istituzioni ed esperti il compito di informare direttamente i cittadini, nonché di certificare autorevolezza e qualità dell’informazione in materia.
Sullo stato di salute della professione risultano confermate e consolidate le dinamiche già individuate con un progressivo invecchiamento dei giornalisti, una diffusa precarizzazione e una insoddisfacente preparazione specialistica dei più giovani in particolare sui temi economici, scientifici e tecnologici.