EBAV: altri venti anni al servizio di imprese e lavoratori
L’obiettivo ‘rivoluzionario’ che, con grande preveggenza per quegli anni, gli artigiani veneti si erano dati era quello di coniugare le prestazioni sociali e assistenziali rivolte ai lavoratori con il sostegno allo sviluppo delle micro e piccole imprese. Nemmeno oggi questa logica è totalmente diffusa lungo tutta la Penisola tant’è che il Veneto è ancor oggi l’unica regione che abbia una copertura contrattuale di secondo livello, migliorativa di quella nazionale, per tutte le categorie artigiane. Come si sottolinea da parte sindacale, è un risultato ‘storico’ anche perché il lavoro artigiano è frantumato in una miriade di micro aziende e quindi difficilmente abbordabile dalle organizzazioni dei lavoratori.
Ma altrettanto si può dire per le imprese: il percorso collettivo ha permesso di ottenere risultati che le singole imprese mai avrebbero potuto ottenere. È il caso, per citare il più attuale, del Fondo Nuove Competenze istituito dal Decreto Rilancio con una dotazione di 730 milioni e pensato dal Governo per le grandi imprese: favorendo l’accesso al Fondo alle imprese della rappresentanza artigiana, che costituiscono la spina dorsale della nostra regione, si è evitato che quei fondi diventassero patrimonio esclusivo della grande impresa.
Da queste considerazioni non poteva che crescere la volontà di rafforzare e rinnovare l’Ebav ed il patto che lo alimenta fino al 2040. Data ambiziosa in un momento così duro e difficile come quello inssescato dalla pandemia da Covid. Proprio in questo contesto l’ente bilaterale ha mostrato la sua piena validità: basta un numero, quello dei 102 milioni erogati a sostegno dell’occupazione in questo tremendo 2020. Per questo le oltre 35mila imprese che aderiscono attualmente ad Ebav, per un totale di 156mila dipendenti, rinnovano un strategia comune che è un ‘abito su misura’ capace di offrire soluzioni reali e concrete per affrontare le sfide del futuro.