Gli europei vogliono contare di più nell’Europa di domani
Le risposte evidenziano, inoltre, l’opportunità di coinvolgere attivamente persone di ogni estrazione (51 %); un ruolo importante spetta ai giovani (47 %) così come ai governi nazionali (42 %) e agli accademici, specialisti, intellettuali e scienziati (40 %). Poco più della metà degli europei (51 %) vorrebbe partecipare in prima persona, con le risposte più entusiastiche in arrivo da Irlanda (81 %), Belgio (64 %), Lussemburgo (63 %) e Slovenia (63 %).
Sei europei su dieci riconoscono che la crisi del coronavirus li ha indotti a riflettere sul futuro dell’Unione europea (il 19 % concorda totalmente, il 41 % tendenzialmente); il 39 %, invece, dissente (il 23 % tendenzialmente, il 16 % totalmente).
Ai partecipanti al sondaggio è stato chiesto di scegliere gli sviluppi che vorrebbero per il futuro dell’Europa: i due più citati sono stati l’equiparabilità del tenore di vita nei diversi Stati membri (35 %) e una maggiore solidarietà tra questi (30 %). Prioritarie per gli europei sono anche la definizione di una politica sanitaria comune (25 %) e la comparabilità dei parametri nell'istruzione (22 %). A parere degli europei, i principali punti di forza dell'UE sono il rispetto della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto (32 %) e la potenza economica, industriale e commerciale (30 %).
Il problema dei cambiamenti climatici emerge chiaramente come la principale sfida globale che si ripercuoterà sul futuro dell’UE, selezionata dal 45 % delle risposte; il secondo e il terzo posto, selezionati da una percentuale simile di europei, sono occupati da terrorismo (38 %) e da rischi sanitari (37 %).