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La lotta al cancro passa (anche) da una buona alimentazione

24/03/2021
La lotta al cancro passa (anche) da una buona alimentazioneNon esistono cibi da demonizzare, ma buone abitudini alimentari e di vita sana che devono essere promosse: è questo lo spirito che è stato unanimemente condiviso da tutti i partecipanti al webinar “Il piano europeo per combattere il cancro: quale contributo del settore agroalimentare al piano della Commissione europea?” promosso da Eat Europe, Farm Europe, Coldiretti e Filiera Italia, con la collaborazione dei gruppi parlamentari europei PPE, S&D e Renew Europe.
Ad indirizzare il dibattito, la relazione scientifica del professor Frédéric Léroy, della Libera Università di Bruxelles, che in relazione alla diffusione del cancro al colon ha affermato che, dati alla mano, non esiste un legame certo tra il consumo delle carni rosse e l’insorgere della malattia. Il problema è sistemico, va contestualizzato e non bisogna avere un approccio ideologico di criminalizzazione delle carni rosse.
In sostanza, spiega l’europarlamentare Paolo De Castro, (S&D), è necessario aiutare il consumatore, educarlo ad un uso corretto e ad evitare gli abusi: un approccio ideologico in questo senso non è certo d’aiuto. Un ragionamento che, dalla carne, si estende anche al vino, altro alimento che è tornato più volte sul banco degli imputati. La francese Irène Tolleret, del gruppo centrista-liberale, proprio nella logica di evitare gli abusi non ha escluso che si possa in futuro escludere questi alimenti dai fondi per le campagne promozionali finanziate dall’Europa.
Sulla questione dell’educazione dei consumatori è intervenuto Luigi Scordamaglia, Ceo di Filiera Italia, per sottolineare che bisogna “informare senza condizionare” il consumatore in questo senso criticando apertamente quelle “pericolose semplificazioni”, chiaro riferimento all’etichetta a cinque colori NutriScore, che bocciano prodotti naturali e favoriscono ingredienti di sintesi. Gli ha fatto eco il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, che invitando l’Europa a non piegarsi alle multinazionali che producono cibi in laboratorio ha auspicato una etichetta che premi quei Paesi che puntano sulla qualità. Una dichiarazione d’origine che sia una garanzia per i consumatori.
“Non esistono cibi da demonizzare” ha detto nella sua conclusione l’europarlamentare Alessandra Moretti (S&D) insistendo sull’esigenza di valorizzare le “buone abitudini alimentari e uno stile di vita sano”. Non dimenticando per altro di osservare che talvolta questo obiettivo si trova a confliggere con questioni socioeconomiche di non facile soluzione. Per quanto riguarda il mondo dell’agricoltura, ha concluso l’altro europarlamentare italiano Herbert Dorfmann (EPP) la lotta al cancro deve essere letta come una opportunità: produrre meno carne non è una minaccia, ma una spinta alla conversione delle produzioni. E per il vino, promuoverne il consumo non è favorirne l’abuso ma allargare il numero delle persone che quotidianamente ne fa un uso moderato.

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