Dall’export una nota di speranza per il sistema veneto
Se si guarda ai dati diffusi da Istat relativi alle esportazioni per trimestre, nel 2020 emerge un andamento congiunturale, cioè il confronto con il trimestre precedente, decisamente a V. Meno 10,5% nel primo, -19,8% nel secondo, +26,1% nel terzo e + 10% nel quarto che raggiunge quasi i 16,5 miliardi di euro, valore pari al quarto trimestre 2019, cioè prima dell’inizio della pandemia. Malgrado la netta flessione del secondo trimestre dell’anno, pare che questa crisi per l’export sia meno profonda rispetto a quella del 2009, infatti allora la variazione annuale si assestò a -23,5% a causa di sensibili decrementi congiunturali di esportazioni per ben quattro trimestri consecutivi, mentre nel 2020 un calo a due cifre si è verificato solamente nei primi due trimestri, portando il totale annuo, come detto, a -8,6%.
Sul rimbalzo nel 4° trim. pesa di più l’export extra UE post Brexit (+0,7%) che quello UE (-1,3%). Benissimo Svizzera (+22,2%), UK (+13,1%) e Cina (+11,4%) ma anche USA (+9,5%) e Canada (+7,8%). In Europa cresce la Germania nostro primo mercato (+3,7%) mentre calano Spagna (-9,8%), Romania (-9,4%) e Austria (-8,1%). Segnale ulteriore di quanto sia importante per la ripresa la campagna vaccinale. Sul fronte dei prodotti, bene il farmaceutico (+20,6%), i prodotti in metallo (+18,9%) e la metalmeccanica in generale. Torna a crescere anche l’’abbigliamento (+2,6%) ma calano ancora gli articoli in pelle (-9,5%) ed i tessili (-10,1%).
«In questi primi mesi dell’anno – sottolinea il Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – arrivano ulteriori segnali interessanti da Usa e Oriente dove riaprono i cinema e gli stadi, i turisti si rimettono in moto, i consumi ripartono, perfino quelli di fascia alta. E noi non possiamo che sperare nell’effetto traino che, dai dati nazionali sembra esserci: a gennaio 2021 l’export italiano segna +2,3% congiunturale con + 1 miliardo di saldo commerciale rispetto al gennaio 2020. Tra le grandi economie, esclusa la Cina, il nostro Paese è quello che ha maggiormente contenuto il calo dell’export. Un grande risultato a cui ha certamente contribuito il sistema economico veneto e le nostre imprese manifatturiere artigiane. Cosa possiamo fare per supportare la ripresa? Facilitare la mobilità di merci e persone, nel pieno rispetto degli obblighi sanitari. Per questo chiediamo che vengano potenziati i punti pubblici vaccinali di prossimità nei territori, a livello intercomunale (utilizzando palestre o altri spazi pubblici) e che siano pianificate anche fasce orarie diversificate, anche serali per poter vaccinare i lavoratori. Ribadiamo la nostra piena disponibilità e la volontà a sensibilizzare e coinvolgere i lavoratori e le aziende (che per il mondo dell’artigianato veneto significa 128.635 titolari e soci e 169.707 lavoratori dipendenti per un totale di 298.324 persone), a partecipare fattivamente anche con il contributo del sistema della bilateralità e a individuare spazi idonei alla vaccinazione».