Il “Faust” di Charles Gounod alla Fenice dal 25 giugno
Quello del “Faust” sarà l’ultimo allestimento con la platea occupata da cast e coro e non dal pubblico. Questo assetto, che in qualche modo rievoca l’architettura teatrale del Globe Theatre di Londra perché la scena occupa lo spazio del palcoscenico e della platea mentre il pubblico è disposto tutt’intorno nei palchetti, in galleria e in loggione, lo si potrà vedere per l’ultima volta perché successivamente la Fenice ritornerà al suo più tradizionale assetto ‘all’italiana’, con il pubblico che potrà tornare a sedersi anche in platea. Questa particolare messinscena dell’opera di Gounod avrà quindi poco a che fare con quella che sarà proposta nel 2022, con lo stesso Rechi a firmarne la regia ma con un’idea registica, una drammaturgia e un impianto scenico completamente ripensati.
Charles Gounod (1818-1893) cominciò a lavorare all’opera, basata sul “Faust” di Johann Wolfgang von Goethe, quando ricevette la commissione di Léon Carvalho, direttore del Théâtre Lyrique di Parigi. Il compositore francese vi lavorò di concerto con il librettista Jules Barbier, valorizzando gli spunti operistici già presenti nel capolavoro di Goethe, apportando tagli strutturali nelle scene originarie e intervenendo nella caratterizzazione di Faust, che nella trasposizione lirica agisce quasi esclusivamente mosso dal desiderio d’amore per Marguerite. Ben presto fu coinvolto anche il drammaturgo Michel Carré che volle introdurre il ruolo di Siébel, assente nel modello goethiano, perché potesse rappresentare un contraltare etico ed emotivo di Faust. Il risultato finale dell’adattamento librettistico fu lo spostamento del peso drammatico dal personaggio di Faust a quello femminile di Marguerite, vera eroina del nuovo intreccio.
«Questo è un momento difficile per tutti, però allo stesso tempo ha avuto sul nostro lavoro un risvolto positivo: ci ha consentito di poter usare tutto il teatro come spazio scenico -spiega il regista Joan Anton Rechi – Abbiamo avuto la possibilità di avvicinarci agli spettatori e di realizzare alcune delle scene molto vicino a loro. Tutta la storia è ambientata in una specie di cattedrale gotica gigantesca, che corrisponde allo stesso teatro. L’opera di Gounod ha debuttato nel 1856, l’anno in cui inizia la guerra contro l’invasione austriaca in Italia. E uno dei film più famosi di Luchino Visconti, “Senso”, ambienta le scene iniziali proprio all’interno della Fenice. Ci è sembrato fantastico che il debutto di “Faust” e quel film avessero una relazione, e proprio quel periodo ci è parso un momento storico ideale per l’ambientazione del nostro spettacolo».
I biglietti per l’opera sono in vendita e prevedono prezzi agevolati per gli abbonati alla Stagione 2019-2020, nei punti vendita Vela Venezia Unica di Teatro La Fenice, Tronchetto, Ferrovia, Piazza San Marco, Rialto linea 2, Accademia, Mestre. Per informazioni www.teatrolafenice.it
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