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AMMINISTRATORI CONDOMINIALI CUSTODI DELLÂ’INTERESSE COMUNE

10/10/2021
AMMINISTRATORI CONDOMINIALI CUSTODI DELLÂ’INTERESSE COMUNEÈ indicato come “supercondominio” ed è la nuova frontiera di una modalità di vivere o lavorare, che interessa il 75% degli italiani: si va così dalle comunità energetiche ad esperienze di badanti condominiali fino a palestre, sale giochi o di ritrovo e perfino ambulatori di pronto soccorso a disposizione di grandi agglomerati di unità abitative. Questa la trasformazione indicata dal Presidente nazionale, Francesco Burrelli, alla platea riunita da ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali ed Immobiliari) Veneto a CastelBrando, là dove la pandemia interruppe l’avviato percorso formativo sull’interesse comune, esperienza pilota in Italia. La figura dell’amministratore condominiale che ne emerge è quella di chi è chiamato a garantire il rispetto delle regole e prima ancora ad interpretare l’interesse comune, di cui farsi custode e promotore. Da amministratore condominiale a gestore immobiliare: l’obiettivo è consapevolizzare sul ruolo dell’amministratore di condominio come polo fra legislatore, cittadino e società, superando il mero inquadramento normativo, ma valorizzando l’effettiva funzione, che l’amministratore condominiale è chiamato a svolgere e la sua rilevanza ai fini della tutela degli interessi comuni. Un compito nuovo, cui la categoria vuole rispondere con etica e professionalità.
«Basti pensare – evidenzia Paolo Alvigini, Direttore dell’Ufficio Studi di ANACI Veneto – a quante tensioni sociali si riverberano in un condominio e quanti attriti personali è chiamato ad appianare l’amministratore».
In Italia, i condomini sono oltre 1.200.000 e sono un rilevante fattore economico, come sta dimostrando la costante attenzione sul tema del superbonus 110%, determinante anche per il rispetto degli obbiettivi di sostenibilità ambientale, cui è chiamato il nostro Paese.
«Non solo – aggiunge Lino Bertin, Presidente di ANACI Veneto – Il budget medio gestito annualmente da ogni amministratore dei circa 40.000 condomini veneti è di almeno 30.000 euro: un volume d’affari, che ci fa un primario soggetto economico e che ci obbliga ad agire con responsabilità nell’interesse della collettività».
Saper gestire situazioni disparate ed a volte complesse con equilibrio e prudenza (dalle liti tra vicini ai grandi temi di portata nazionale) integra la tutela dell’interesse comune, inteso nella sua più vasta accezione.
«Se non sempre si aprono conflitti, controversie o liti a volte perfino dall’esito tragico – conclude Paolo Alvigini - se si evitano i ricorsi all’autorità giudiziaria, ciò lo si deve ascrivere anche all’opera dell’amministratore condominiale, custode di quel bene prezioso che è la civile convivenza; se le leggi dello Stato trovano concreta attuazione, è anche perché l’amministratore condominiale si spende per tale obbiettivo, assumendo così una veste di assoluta rilevanza nell’ambito della società civile, rendendosi protagonista del progresso e della crescita dell’intera comunità».

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