DAL VENETO LA DIFFUSIONE DEL MANIFESTO A DIFESA DELLÂ’ACQUA
Ad esserne primi destinatari sono i Comuni delle province di Venezia e Treviso ai quali, in questi giorni, stanno arrivando le domande di adesione. «È una semplice dichiarazione d’intenti – spiega Francesco Cazzaro, Presidente del Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua – alla quale però dovrebbe seguire un impegno dei Comuni ad atteggiamenti coerenti ed a promuovere una cultura dell’acqua nella comunità locale».
Si legge ancora nel documento: “Anche in aree naturalmente ricche di acqua dolce si possono incontrare difficoltà per poterla utilizzare, a causa dell’inquinamento delle fonti. A questo problema si è risposto, di norma, con la costruzione di impianti di depurazione, che però sono energivori e devono comunque tener conto della sostenibilità degli ecosistemi recettori. La eco-idrologia nella gestione dell’acqua dovrà rappresentare un settore da promuovere e da sviluppare, avendo fin d’ora ben chiaro che sarà comunque necessario fare di più e meglio con meno”.
«Siamo convinti – aggiunge Eriberto Eulisse, Direttore del Global Network of Water Museums – che le grandi scelte non possano prescindere da positivi comportamenti di comunità come ridurre l’utilizzo dell’acqua in bottiglie di plastica oppure creare microbacini e giardini pluviali per la raccolta della risorsa idrica».
Prosegue il Manifesto: “In materia di gestione delle risorse idriche e degli ecosistemi acquatici, che ne garantiscono la disponibilità , occorre adeguare gli interventi di trasformazione e artificializzazione dell’ambiente naturale ai principi della sostenibilità e del controllo basato sulla partecipazione pubblica, adattando le azioni alle tipicità dei luoghi, attraverso il coinvolgimento degli attori locali. Nella gestione dei servizi idrici urbani dovranno essere istituite autorevoli Istituzioni pubbliche, in grado di regolare le modalità e la tariffazione per la distribuzione dell’acqua, garantendo la trasparenza, la partecipazione e il controllo dei cittadini”.
«L’acqua dolce – conclude Pier Francesco Ghetti, Presidente Associazione Premio Gambrinus – è una risorsa pubblica, indispensabile per tutte le attività umane. Per questo deve essere disponibile in quantità adeguata e deve avere determinati requisiti di qualità . Va ricordato che l’accesso all’acqua potabile è stato riconosciuto, dall’ONU nel 2002, come un diritto dell’uomo, anche se ancora oggi un miliardo e mezzo di persone non ne hanno accesso».
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