Collaboratore restauratore di beni culturali
04/12/2006
Dopo Lazio e Toscana, il Veneto è la regione con il più alto numero di opere d’arte, ma con una distribuzione omogenea e capillare su tutto il territorio, all’interno del quale l’UNESCO ha individuato una particolare eccellenza: la presenza in pochissimi chilometri di ben quattro siti definiti patrimonio mondiale dell’umanità. Venezia e la sua laguna, Vicenza città del Palladio, l’Orto Botanico di Padova e il centro storico di Verona. Un patrimonio talmente importante e diffuso, che richiede non solo l’esigenza di una messa in rete, ma soprattutto la realizzazione di un sistema formativo di eccellenza finalizzato al restauro e alla salvaguardia e che preveda figure professionali di alta competenza. Di questi temi si è parlato ad Este, presso l’Accademia dell’Artigianato Artistico, nel corso della tavola rotonda “Un profilo professionale. Il collaboratore restauratore di beni culturali. Tradizioni e prospettive” organizzato dalla Regione del Veneto. All’incontro, oltre all’assessore regionale all’istruzione e alla formazione e lavoro, Elena Donazzan, sono intervenuti Vendemiano Sartor presidente Confartigianato Veneto, Carmello Rigobello segretario generale dell’Associazione Artigiani di Vicenza, Marco Caccin dirigente regionale direzione Formazione, Angelo Tabaro Segretario regionale della cultura, Alberto Finozzi restauratore opere d’arte e Franco Miracco portavoce del presidente della Giunta regionale. Con la riforma costituzionale e prima ancora con i decreti Bassanini la valorizzazione dei beni culturali è stata affidata alle Regioni, mantenendo la competenza statale relativa alla tutela, così come alle Regioni è stata affidata la formazione del collaboratore nel campo del restauro, mentre quella del restauratore è rimasta di competenza statale. Nel triennio 2002/2005 la Regione ha finanziato 57 corsi di formazione superiore, tutti con immediato accesso al mondo del lavoro, che hanno coinvolto 700 allievi per un investimento complessivo in euro 6 milioni e 600 mila. Un’attività che ha coinvolto varie realtà, tutte particolarmente qualificate, che hanno fornito un significativo impulso sia alla valorizzazione di particolari dinamiche occupazionali, sia al concreto recupero di svariate opere d’arte. Nel suo intervento l’Assessore Donazzan, dopo aver ricordato il ricchissimo patrimonio culturale e artistico presente in Veneto, ha sottolineato che rispetto a questo vi è la necessità di interrogarsi su alcuni temi per trovare la giusta coniugazione tra chi si occupa di cultura e chi si occupa di valorizzazione dei beni, perché a fianco dei grandi restauratori vi è l’esigenza di figure professionali intermedie altamente qualificate capaci da dare le giuste risposte. “Figure – ha precisato l’assessore – che oggi non sono facilmente reperibili sul mercato del lavoro. Investire in questo senso significa dare una risposta sia al mondo del pubblico, sia a quello privato, e in questa logica la Regione ha definito una nuova misura formativa tutta dedicata al restauro, che prevede un bando finanziato con 6 milioni di euro. E se queste saranno le esigenze del mercato del lavoro – ha concluso l’assessore Donazzan – la Regione saprà dare una risposta adeguata nella prossima programmazione del Fondo Sociale Europeo 2007/2013”.
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