Pressione fiscale regionale: scelta coerente non inasprirla
“Innanzitutto, va sottolineato che le minori risorse per le imprese, nel bilancio regionale, derivano dal mancato finanziamento di leggi di incentivo nazionale, e soprattutto dal “necessario anno sabbatico” per la programmazione comunitaria, che non potrà più contare sui fondi del Docup 2000/2006, concluso, ma neppure su quello del 2007-2013 che di fatto vedrà le prime erogazioni nel corso del 2008. “L’idea di chiedere ai cittadini veneti di sopperire, con maggiori imposte, a queste carenze mi sembra del tutto improponibile. Invece, noi sosteniamo che, innanzitutto, bisogna lavorare per portare sotto controllo alcune dinamiche di spesa: ad esempio nella sanità, dove con provvedimenti decisi come quelli che iniziano finalmente a delinearsi, si potrebbe agevolmente recuperare qualche decina di milioni di euro (su un bilancio di oltre 7280mln!). Inoltre, se proprio vogliamo entrare nel merito, ricordiamo che aumentando l’Irpef si andrebbero a colpire in particolare gli imprenditori più piccoli, già tartassati dal “giro di vite” degli studi di settore della Finanziaria nazionale, che devono ancora “sentire” quella ripresa di cui beneficiano, invece, medie e grandi imprese.”
“Quindi, -conclude Sartor- il nostro appoggio va alla scelta, a nostro avviso coerente, della Regione di non inasprire la pressione fiscale, e lo ribadiremo domani in sede di audizione al Consiglio regionale. Ma ci permettiamo alcuni suggerimenti al Governo regionale: occorre uno sforzo per individuare delle risorse su almeno tre capitoli: per il credito agevolato tramite l’Artigiancassa, per l’associazionismo e la cooperazione artigiana, ed infine per il sostegno alla bilateralità (EBAV). Ricordo che l’accesso al credito, in particolare, è fondamentale per accompagnare l’artigianato ad agganciare una ripresa che per ora non lo vede ancora protagonista”.