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A Venezia un premio per unire ricerca ed industria

07/12/2006
Unire il pensare con il fare, cioè la ricerca e le attività produttive, con un impegno quotidiano tale che i protagonisti siano messi a disposizione dell’innovazione e dello sviluppo scientifico. Questo il criterio con cui giovani ricercatori hanno ricevuto il Premio Sapio per la Ricerca Italiana 2006, un evento unico nel panorama nazionale, la cui cerimonia si è svolta nella città lagunare. “Abbiamo scelto Venezia perché è una città che sta attraversando un momento delicato, specie per il futuro della chimica, che coinvolge Porto Marghera - in cui c’è anche una sede di Sapio”. Così il Vicepresidente di Sapio, Alberto Dossi, ha spiegato la scelta della sede in cui consegnare il premio, voluto per dare un riconoscimento a tutti quelli coloro hanno elaborato ricerche di alto valore scientifico, i quali hanno anche ricevuto l’Alto Riconoscimento della Presidenza della Repubblica, perché la Ricerca è considerata il volano della competitività del “Sistema Italia”.

Ovviamente lusingate, ma anche polemiche, le autorità politiche locali.

“I premi di quest’anno riguardano argomenti di attualità, che però fanno anche parte del lavoro che noi, come Provincia, possiamo condurre” ha detto Davide Zoggia, Presidente della Provincia di Venezia, la cui sede - a Cà Corner – ha ospitato la cerimonia di premiazione. “Dobbiamo pensare e ripensare ad un territorio, Porto Marghera, che possa sì continuare a fare da traino per l’economia locale, ma il cui ruolo deve essere ridisegnato, con la ricerca scientifica capace di supportarlo. Si fa fatica a far intendere, a livello politico, che l’economia non è più quella di 30-40 anni fa”.

Ancor più diretto il Sindaco di Venezia, Massimo Cacciari. “Solo puntando sugli obiettivi per cui avete creato il vostro premio si può colmare il gap tra innovazione e ricerca. Senza contare che, ormai, è impensabile un futuro senza collaborazione tra pubblico e privato. Questo Paese” ha affermato il Primo Cittadino Veneziano “presenta grandi sprechi e grandi ritardi. Pensare che era un Paese all’avanguardia, ma l’industria è stata duramente colpita da scelte politiche dissennate. Tant’è che da 10-15 anni ci culliamo nell’assurda fantasia di poter stare al passo unicamente con gli indispensabili, ma piccoli, imprenditori e con il fantomatico terziario. La carenza di cultura scientifica in questo Paese è impressionante e trasversale, perché colpisce tutti i partiti.” Infine Cacciari ha lanciato una provocazione: “Grazie per aver scelto Venezia, perché qui c’è ancora qualche politico disposto ad ascoltarvi.”

Ma un altro grave problema per la ricerca e quindi l’innovazione, è la mancanza di fondi.“Non c’è più nessuno che voglia dare soldi per la ricerca” ha detto, rincarando la dose di Zoggia e Cacciari, il Rettore dell’Università Cà Foscari di Venezia, Pier Francesco Ghetti “Anche perché” ha affermato “l’opinione pubblica non ha una grande considerazione della ricerca. Quindi “ha detto “dobbiamo recuperare le nostre capacità di formazione di base e vogliamo anche, con questo premio, creare una rete per allargare l’area dell’opinione pubblica che crede negli obiettivi rappresentati dal premio”.

La giornata conclusiva del premio è la chiusura di un vero e proprio tour scientifico di cinque giornate di studio svolte a Roma (2 giornate), Trieste, Ancona e Palermo.

I premiati di quest’edizione sono stati: per la sezione Junior, Roberto Chiarle, Ricercatore Confermato in Anatomia Patologica presso l’Università degli studi di Torino, Dipartimento di Scienze Biomediche ed Oncologia Umana. Ha condotto una ricerca per la dimostrazione genetica e validazione traslazionale di innovativi bersagli terapeutici nei linfomi umani.; Federica Migliardo, Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Fisica, dell’Università di Messina, con una ricerca per lo studio delle proprietà fisico-chimiche di bioprotettori naturali e loro applicazioni in ambito biotecnologico; Rosanna Piccirillo, Phd student inserito nel programma di Dottorato Internazionale in Biologia Cellulare e Molecolare, nato da un accordo ufficiale fra l’università Vita – Salute San Raffaele di Milano e l’Open University di Londra, che ha svolto una ricerca sui segnali amminoacidici multipli che smistano verso organelli intracellulari la proteina responsabile dell’Albinismo Oculare di tipo 1, un membro della famiglia dei recettori accoppiati a proteine G con un’atipica distribuzione intracellulare.

Per il Premio Industria: Enrico Borgarello, Direttore Centrale di Ricerca e Sviluppo per la Italcementi S.p.a., che ha studiato la scienza dei colloidi applicata alla produzione e trasporto di olio e gas e la fotocatalisi applicata al trattamento di aria inquinata.

Ma c’è stata anche la Menzione Speciale “Divulgazione Scientifica”, assegnata a Vito Pompeo Pindozzi, Capo Redattore Centrale delle rubriche scientifiche del Giornale Radio Rai, per l’impegno profuso a favore della divulgazione e dell’informazione scientifica.



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