"Finale di partita" di Thomas Beckett con Franco Branciaroli
Nel confronto con un mostro sacro come Beckett, Branciaroli ricava una piece tragicomica di grande intensità, che, nel centenario della nascita del drammaturgo irlandese, non vuole essere né una rivisitazione né una “profanazione” dell’originale, bensì il tentativo, riuscito, di sviscerare in modo provocatorio il messaggio di Beckett e la sua opera.
Nel centenario della nascita di Samuel Beckett, Franco Branciaroli porta in scena – nella duplice veste di attore e regista – uno dei capolavori del drammaturgo irlandese, FINALE DI PARTITA. E lo fa con una grande prova d’attore unita a una messa in scena che punta al tragicomico, che dà evidenza plastica ad un mondo residuale, in cui l’uomo è prigioniero della propria invalidità esistenziale e comunicativa. Questo attraverso una lettura provocatoria, per discernere l’universo beckettiano così come appare e il suo contrario. Branciaroli, al suo primo incontro con il grande irlandese, sceglie di spingere sui tasti di una comicità non tanto fine a se stessa, ma come una lente attraverso la quale leggere quel mondo stralunato, glaciale, disperato quando non tragico. Così in questo FINALE DI PARTITA la comicità è affrontata come l'esatto contrario del profondo rovello beckettiano, di quel suo sguardo sulla vita “per tormento”, nella consapevolezza che esiste un'impossibilità a sfidare quella che sembra l'estrema condanna della nostra esistenza: l'immobilità, la vecchiaia, la malattia. Un'impotenza che la comicità rende ancora più tragica nel tentativo, peraltro fallito, di sfuggirvi.
Afferma lo stesso Branciaroli: “Il teatro di Beckett fu definito assurdo; oggi si rivela profetico. Il mondo rappresentato è quanto resta dell’ultimo naufragio, i personaggi in gioco sono dei resti alla deriva. Hamm è cieco e immobilizzato sulla sedia a rotelle, il padre e la madre vegetano inchiodati dentro due bidoni della spazzatura dai quali emergono, se Clov (interpretato magistralmente dal giovane attore Tommaso Cardarelli) alza il coperchio, con la sola testa. Clov può ancora camminare, ma senza potersi piegare né sedere. E anche questi mi paiono simboli della condizione umana, validi oggi. Il messaggio di Beckett sull’uomo è tragicamente vero, la sfida che mi sono proposto è farlo arrivare cercando di togliere peso alle parole. Non per togliere peso al tragico: anzi, per renderlo più efficace”.
Lo spettacolo cerca dunque di dare risalto alle molte sfaccettature racchiuse dentro al testo dell’autore irlandese (spesso metateatrali o religiose, come di chi non aspetta più Godot ma vive tragicamente una grande nostalgia per il sacro), anche con sorprese, tocchi e accenti assolutamente originali che si rifanno ad una lettura profonda della scrittura di Beckett. Così anche per la scelta di dare risalto all’ispirazione clownesca dei personaggi, al punto che lo stesso Hamm parla con l’accento francofono dell’ispettore Clouseau (tanto più che era intenzione di Beckett scritturare Peter Sellers per quel ruolo).
Biglietti: intero 15 euro - ridotto 13 euro.
I biglietti si possono inoltre prenotare on-line al sito www.teatroastra.it e acquistare su www.greenticket.it.
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INFORMAZIONI E PREVENDITE
Ufficio Teatro Astra (stradella dell'Isola 19 Vicenza)
tel. 0444.323725 (mercoledì 9.30-13.30 e 15-19; giovedì e venerdì 9.30-13.30 e 15-18)
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