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Veneto: osservatorio regionale sui fabbisogni professionali

14/12/2006
Nasce dall’esigenza di comprendere i cambiamenti del sistema produttivo del Veneto per adeguare i percorsi formativi – professionali alle nuove tendenze del mercato, il progetto di un osservatorio regionale voluto dalle parti sociali del territorio e presentato a Padova nei giorni scorsi. Avviato alla fine del 2002 con delibera della Giunta Regionale, in collaborazione con l’Ente Bilaterale per l’Artigianato Veneto, l’Organismo Bilaterale Regionale per la Formazione Professionale e l’Ente Regionale Formazione e Ambiente, l’osservatorio è partito con una prima indagine quantitativa per cogliere la caratterizzazione della domanda di lavoro in Veneto, per poi, nella seconda fase, focalizzare la ricerca all’interno di due settori, quello del mobile e della meccanica, che ricoprono circa il 55% del manifatturiero.

“Un aspetto importante è che le indagini hanno messo in luce quelle figure professionali che, seppur non siano ancora formalmente riconosciute, sono già operative in molte aziende del manifatturiero – ha spiegato Alessandro Rigoni della Fondazione Nord Est, alla presentazione delle ultime indagini sul settore del mobile e della meccanica in Veneto - è il caso per esempio, del coordinatore della logistica nelle imprese del mobile: una figura che, alla luce del monitoraggio, compare solo in un’azienda ogni tre (33,9%), mentre il 38,6% delle aziende visionate, pur riconoscendone l’utilità, fa svolgere quelle determinate funzioni ad altre posizioni”.

Ecco pertanto, che la validità di uno studio approfondito sulle trasformazioni dei settori di produzione, sta nel fornire le tendenze rilevate nel mercato agli enti incaricati della formazione (scuola, centri di formazione professionale, pubblici o privati), perché siano in grado a loro volta, come ha sottolineato Daniele Marini, coordinatore del progetto per la Fondazione Nord Est, di costruire nuovi percorsi formativi in sintonia con le esigenze delle imprese e di orientare i giovani verso profili professionali spendibili nell’immediato o in prospettiva.

E rispetto alle aziende, che risposte può offrire l’osservatorio? “Non è uno strumento capace di rispondere nello specifico al fabbisogno di ciascuna aziende – ha spiegato Marini – ha invece, validità se lo si considera un approfondimento qualitativo sulle trasformazioni del mondo delle imprese: è un ulteriore strumento che va a completare i dati quantitativi sulla domanda di lavoro ed il fabbisogno professionale rilevati dal progetto Excelsior di Unioncamere”.

Come terzo step, il monitoraggio ha toccato anche i settori tradizionali dell’alimentazione, vale a dire panifici, gelaterie e pasticcerie, codificando le diverse fasi di lavorazione del comparto e le relative figure professionali, sia nelle imprese artigiane che industriali.

L’impianto dell’osservatorio è stato considerato valido da tutti i soggetti committenti, sindacati, mondo industriale ed enti formatori, perché capace di cogliere le trasformazioni in atto dei processi produttivi. Manca però una concreta applicazione dell’osservatorio, che verrà valutata all’interno della programmazione regionale del 2007.

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