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Fenice: Bisanti dirige Rossini, Mercadante e Schubert

14/12/2006
Il giovane direttore Gianpaolo Bisanti condurrà l’Orchestra della Fenice venerdì 15 dicembre 2006 alle ore 18.00 e sabato 16 alle ore 20.00 in un programma dedicato a capolavori giovanili di Rossini, Mercadante e Schubert, con la partecipazione in veste solistica di Angelo Moretti, primo flauto dell’orchestra del teatro veneziano. Il concerto si aprirà con la Sinfonia dell’Italiana in Algeri, opera composta nel 1813 dal ventunenne Rossini per il Teatro San Benedetto di Venezia, proseguirà con il Concerto per flauto e archi in mi minore op. 57 di Saverio Mercadante, composto nel 1819 a ventiquattro anni per un’accademia al Conservatorio di Napoli, e si concluderà con la Sinfonia n. 3 in re maggiore D 200 composta dal diciottenne Franz Schubert nel 1815.

Il concerto di venerdì è dedicato al Rotary Club Venezia Mestre e al Lions Club Mestre Host, quello di sabato si svolge nell’ambito del Progetto “La Fenice per la città”, promosso in collaborazione con le Municipalità del Comune di Venezia e rivolto ai residenti nel comune, nell’iniziativa La Fenice per la Provincia, rivolta ai residenti nella Provincia.

GIAMPAOLO BISANTI

Nato a Milano nel 1972, ha studiato clarinetto, presso il Conservatorio Giuseppe Verdi, diplomandosi nel 1997. Vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali (Mitropoulos di Atene 1998, Franco Capuana di Roma 1999, Budapest 2002), ha diretto in Italia, Giappone, Francia, Ungheria, Svizzera, Albania, Sud America e Grecia esibendosi in numerosi teatri e in sale da concerto quali il Megaron Concert Hall di Atene, la Alti Hall di Kyoto, il Palais de l’Europe di Menton, la Musikhalle di Basilea e la Sala Verdi del Conservatorio di Milano. Direttore principale dell’Orchestra Mozart di Milano dal 1995, nel 2004 è stato nominato direttore principale e nel 2005 direttore artistico dell’Orchestra Filarmonia Veneta di Treviso.

ANGELO MORETTI

Nato a Roma, si è diplomato presso il conservatorio della sua città sotto la guida di A. Longo. In seguito si è perfezionato con Conrad Klemm ed è stato per due anni primo flauto ai corsi tenuti da Franco Ferrara all’Accademia di S. Cecilia di Roma, dal 1980 è primo flauto al Teatro La Fenice di Venezia dove si è esibito più volte anche in veste di solista. E’ stato docente di ruolo della classe di flauto presso i conservatori di Castelfranco Veneto e di Venezia. Collabora da vent’anni con i Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone e con i Virtuosi di Mosca diretti da Vladimir Spivakov.

Scritta in meno di un mese e rappresentata per la prima volta al Teatro San Benedetto di Venezia il 22 maggio 1813, L’italiana in Algeri fu uno dei più grandi successi operistici del giovane Rossini. La Sinfonia, articolata in un breve Andante introduttivo e uno scintillante Allegro, riflette il momento di particolare vena del musicista pesarese e può essere accostata, per ricchezza d’ispirazione, a quella del Barbiere di Siviglia. Pur non legandola direttamente all’azione, Rossini seppe instillarvi tutta la sua prorompente vis comica pervenendo a risultati autenticamente umoristici mediante il solo gioco formale.

Il Concerto in mi minore per flauto e orchestra di Saverio Mercadante, noto e applaudito operista dell’Ottocento melodrammatico italiano ma autore anche di musica non teatrale, sacra e strumentale, è un lavoro di grande maestria tecnica, riferibile alle tipiche connotazioni del concerto solistico «brillante» in auge tra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento. Articolato in tre movimenti, un vigoroso Allegro, un Largo di tersa cantabilità e un Rondò russo basato su un pittoresco ritmo di danza popolare, esige dal solista doti di grande virtuosismo strumentale.

Composta in meno di due mesi nella primavera del 1815 e rimasta forse ineseguita fino al 1881, la Terza Sinfonia di Schubert si pone sotto il segno di una scorrevole freschezza, nella slanciata vivacità del primo tempo come nel giocoso umorismo del finale, non immemore di moduli «italiani», col suo andamento quasi di tarantella. Nella grazia dell’Allegretto, dalla semplice articolazione tripartita, si colgono presagi della musica per Rosamunde. Nel Minuetto si definisce il consueto contrasto tra il piglio robusto della prima parte e la cantabilità viennese del Trio.

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