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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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“Fondo Pensione Regionale per l’Artigianato”

15/12/2006
A Marghera i presidenti regionali: di Confartigianato, Vendemiano Sartor, della Cna, Renato Moro, della Casa, Giorgio Grosso e della FederClaai Ruggero Go’ assieme ai rispettivi Segretari, hanno sottoscritto con i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori Cisl e Uil del Veneto rappresentate dai rispettivi Segretari Generali Franco Sech e Gerardo Colamarco l’accordo che costituisce un fondo pensione regionale per l’artigianato.

Si è così raggiunto uno dei principali obiettivi perseguiti da anni dalle Parti Sociali in regione, e che rappresenta un modo concreto di applicazione del federalismo.

Per quanto riguarda il futuro pensionistico dei dipendenti nell’artigianato veneto, i dati sono sorprendenti e non certo favorevoli. Ben tre dipendenti su quattro, infatti, hanno meno di dieci anni di anzianità aziendale (il 64% addirittura inferiore a cinque). Complessivamente tale situazione di “giovinezza occupazionale” (che indubbiamente è sintomo di vitalità delle piccole imprese) riguarda poco meno di 150mila lavoratori, per i quali il domani pensionistico si preannuncia quanto meno all’insegna della precarietà.

Infatti, se a questi dipendenti non verrà data presto l’opportunità di provvedere per tempo a forme di previdenza integrativa obbligandoli ad affidarsi soltanto a quanto promesso dall’Inps, in vecchiaia potranno disporre di risorse molto limitate rispetto al reddito “normale”. Da recenti calcoli fatti sugli effetti della cosiddetta “riforma Dini”, emerge che chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 (anno di entrata in vigore della stessa), ad esempio, dopo quarant’anni di lavoro, potrà godere nella migliore delle ipotesi di una pensione pari al 60% dell’ultimo stipendio, toccando, al ribasso e in alcuni casi, addirittura il 37%.



Partendo da questi presupposti, è chiaro che il problema della previdenza complementare non è più né marginale, né “facoltativo”, sia da parte di chi lavora, che nelle scelte di coloro che governano.



Con l’accordo odierno si è posta un primo passo per la soluzione concreta e positiva di questo problema. Tutte la parti firmatarie di oggi ritengono la previdenza complementare un elemento importante per il futuro sociale della nostra regione e in particolare dei suoi giovani.

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