“Il mio Giovanni Battista”
Un modo questo, attraverso il teatro, con cui i laici cristiani intendono porgere gli auguri alla città per un santo Natale con la voce stessa di sant’Antonio. Si tratta di un progetto nuovo che viene presentato in prima assoluta a Padova, giovedì 21 dicembre, alle ore 21 nella Multisala Mpx di via Bonporti.
Filo conduttore è il colloquio del santo di Padova con Luca Belludi, dialogo che si intreccia con la sacra rappresentazione di episodi noti della Scrittura (l’incontro di Maria ed Elisabetta; la danza di Salomè) che inscenano l’irriducibile contrasto tra il bene e il male, tra l’innocenza e la corruzione malvagia. Presente e passato si contaminano, tanto che l’Antonio scenico arriva a interpellare direttamente il pubblico: «Convertitevi...convertitevi... ».
Il mio Giovanni Battista, spiega padre Luigi Francesco Ruffato, dove il possessivo “mio” evidenzia la visione propria di Antonio, «vuole essere un omaggio alla grande figura del precursore di Gesù, che frate Antonio di Padova ammirava intensamente, per la schiettezza della predicazione e per il coraggio fino al martirio. Figura d’Avvento Giovanni, con i caratteri del maestro, guida a riconoscere il Messia. Tutti i personaggi di contorno, nella drammaturgia ricavata dai Sermoni del Santo, sono una segnaletica diretta o indiretta per far scorrere il messaggio “Bisogna che lui cresca e io diminuisca”. Me ne sono servito per tradurre sulla scena le allegorie antoniane, ispirate ai profeti biblici, del teatro nel teatro. Gli attori non sono semplici interpreti o ripetitori di un testo sacro e medievale, ma persone che, mentre recitano per fedeltà all’impegno, pensano, si lasciano interrogare sui valori dell’esistenza, sull’etica cristiana dei costumi, grazie alla sollecitazione di Antonio. Così diventano una sola voce la predicazione del Battista e quella di Antonio, fino a dimostrare che i tempi cambiano e il Vangelo rimane. Perché non muta Gesù, misericordioso ieri, oggi e sempre».
«Padre Luigi Francesco Ruffato – commenta lo storico Antonio Rigon – continua a proporre con questa nuova azione scenica un originale e personale percorso di conoscenza del pensiero di sant’Antonio e ad offrire, attraverso di lui, l’occasione natalizia per meditare su verità di fede, valori cristiani, principi morali trasmessi nei suoi Sermoni e trasferiti nell’immaginario colloquio con figure dell’Antico e del Nuovo Testamento, con personaggi della tradizione cristiana, con uomini e donne del nostro tempo. Dopo Maria e Giuseppe (Natale 2004), invito a una riflessione sulla maternità, sul dono della vita, sull’abbandono fiducioso alla volontà divina, e dopo i Magi (Natale 2005), stimolo per un ripensamento sui rapporti tra fede e cultura, ora è la volta di Giovanni Battista, il precursore di Gesù. Giovanni è vicino ad Antonio, perché, come lui, fu grande predicatore, portatore di un messaggio di conversione e di penitenza, fustigatore di costumi corrotti, uomo di transizione : ultimo della Legge antica e primo del nuovo tempo . Non diversamente Antonio fu un ponte tra il tradizionale mondo monastico-canonicale, segnato dal modello statico della chiesa primitiva e dalla cultura vetero-testamentaria, e la “nova religio” dei frati Minori, seguaci di san Francesco, che riscoprivano il Vangelo e imboccavano la via dell’imitazione di Cristo. Il dialogo che qui si immagina tra Antonio e Giovanni è in realtà fra uomini che si capiscono: "il mio Giovanni - esclama Antonio... Quanto vorrei assomigliargli...Abbiamo gli stessi sentimenti”».
In scena sono otto attori: Fabio Albertin (Giovanni Battista), Massimiliano Zanella (frate Antonio), Enrico Friso (frate Luca), Barbara Di Camillo (Myriam), Annalisa Mastrogiacomo (Elisabetta), Filippo Crispo (Erode Antipa), Marica Rampazzo (Salomè), Natalina Bortolami ( Erodiade). Le voci fuori campo sono di Filippo Crispo e Dario Friso, la ricerca musicale di Alessandro Toffolo.
L’opera è proposta in prima assoluta, a ingresso gratuito, quale omaggio alla città per il Natale 2006 ed è stata resa possibile grazie alla collaborazione di Alì e Aliper.