Concerto di Natale in Basilica di San Marco
L’ingresso alla serata del 21 è su invito della Procuratoria; la serata del 22 è riservata agli abbonati alla Stagione sinfonica 2006-2007 (turno S) del Teatro La Fenice.
Fin dall’alto medioevo, le regole delle comunità monastiche prevedevano che alla celebrazione liturgica della messa, comune anche ai laici, venissero accostate numerose occasioni di preghiera comunitaria che scandivano l'intero trascorrere delle ventiquattro ore. L'insieme di tutte queste preghiere prese il nome di liturgia delle ore, che comprendeva il mattutino, le lodi, l’ora terza, sesta e nona, i vespri e la compieta.
Al di fuori dei conventi, nelle chiese gestite dal clero secolare, la liturgia delle ore fu circoscritta a due momenti riconosciuti come i più significativi: le lodi e soprattutto i vespri, celebrati all’imbrunire, a conclusione della giornata. E molte furono le chiese che vollero aprire ai laici la possibilità di partecipare a queste occasioni di preghiera, spesso arricchendole con momenti musicali di particolare pregio. A Venezia i luoghi sacri più rinomati per la qualità dell’accompagnamento musicale alla liturgia erano i quattro ospedali (orfanotrofi che promuovevano l’attività musicale delle ‘figlie’ più dotate) e naturalmente la chiesa dello Stato, San Marco, le cui fastose celebrazioni liturgiche prevedevano momenti musicali di grande spettacolarità, oggetto di ammirazione ed attenzione non solo pia e religiosa.
Baldassare Galuppi, di cui si celebra quest’anno il tricentenario della nascita, fu a partire dal 1762 maestro di cappella in San Marco e maestro di coro all’ospedale degli Incurabili. Dopo aver proposto lo scorso anno un’intera Messa di Natale da lui scritta per San Marco, il Teatro La Fenice conclude le celebrazioni galuppiane con l’esecuzione di un Vespro di Natale, che riunisce cinque salmi del periodo natalizio da lui composti per l’ospedale degli Incurabili (come dimostra l’utilizzo di un coro di voci esclusivamente femminili) ma adattissimi anche all’esecuzione in San Marco: agli Incurabili come in Basilica la presenza di due cantorie disposte l’una di fronte all’altra suggeriva e stimolava la produzione di musica policorale.
Ogni salmo è preceduto da un’antifona in canto piano e si compone di più sezioni musicali corrispondenti ciascuna a uno o più versetti del testo. Un principio di alternanza (guidata comunque dal testo) governa il succedersi delle sezioni, scritte in tonalità e tempi diversi, dotate di ricche parti strumentali ed affidate talora alle voci soliste, talora al coro o al doppio coro, secondo lo stile concertato tipico della musica sacra del Settecento.
FILIPPO MARIA BRESSAN
Ha studiato pianoforte, canto, composizione e direzione d’orchestra a Vienna con Karl Österreicher e direzione di coro con Jürgen Jürgens e Mark Brown, perfezionandosi in seguito con Sir John Eliot Gardiner, Ferdinand Leitner e Fosco Corti. Già assistente di Jürgen Jürgens, ha lavorato a fianco di compositori e direttori quali Abbado, Berio, Brüggen, Chung, Giulini, Inbal, Järvi, Maag, Maazel, Pärt, Prêtre, Rostropovich, Sinopoli, Tate e Vlad. Direttore stabile dell’Orchestra Sinfonica di Savona, ha collaborato con prestigiose orchestre italiane ed europee in molti teatri e nelle principali sale da concerto d’Italia, d’Europa e del Sud America e dal 2000 al 2002 è stato direttore stabile del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma. Specialista nell’opera del Settecento, ha recentemente diretto al Teatro Goldoni di Venezia Ifigenia in Tauride di Galuppi, al Teatro Verdi di Trieste Il mondo della luna di Paisiello e Alcina di Händel, al Teatro Politeama di Prato Paride ed Elena di Gluck, al Teatro Verdi di Padova Orfeo ed Euridice di Gluck, al Teatro Filarmonico di Verona Don Giovanni di Mozart e nei teatri di Pisa, Livorno, Rovigo e Trento Semiramide di Rossini. Studioso di prassi esecutiva, è fondatore e direttore dell’Athestis Chorus & Academia de li Musici, coro e orchestra impegnati nell’esecuzione della musica barocca sulla base di testi autentici e con strumenti d’epoca. Vincitore di quattro primi premi in concorsi nazionali e internazionali, ha inoltre ricevuto importanti riconoscimenti quali il Premio della critica musicale a Gorizia, il Premio Monacciani a Savona e il Premio Chiavi d’Argento a Chiavenna.