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Finanziaria 2007

26/12/2006
LA FINANZIARIA 2007 passa con il voto di fiducia alla Camera e adesso manca solo la promulgazione del Presidente della Repubblica. Anche l’Aula di Montecitorio ha detto sì alla fiducia chiesta dal governo Prodi sulla manovra da 35,4 miliardi. Via libera, dunque, con 337 voti a favore e 262 contrari. Quello di ieri è stato il terzo voto di fiducia sulla manovra. È la Finanziaria delle tasse, che colpisce i redditi più alti ma non risparmia neppure i meno abbienti, colpiti da una serie di balzelli (basti considerare l’aumento del bollo auto) e da un aggravio delle imposte locali.

La nuova Irpef, tenendo conto della trasformazione delle deduzioni in detrazioni e degli aumenti degli assegni familiari, determinerà un vantaggio per i lavoratori dipendenti con un reddito fino a 40 mila euro, i pensionati fino a 35 mila euro e i lavoratori autonomi fino a 32 mila euro. I vantaggi crescono per i nuclei più numerosi fino 45 mila euro per i lavoratori dipendenti con coniuge e 2 figli a carico, mentre per i lavoratori autonomi scendono a 30 mila euro. Oltre questi tetti vi è un aggravio del prelievo. La no tax area sale invece di 500 euro per pensionati e lavoratori dipendenti e di 300 euro per gli autonomi. Dal 2007 torna anche la tassa di successione. Le aziende familiari saranno esentate dalla tassa se trasmesse a parenti fino al terzo grado, a condizione che gli eredi proseguano per almeno cinque anni l’attività di impresa. Per fratelli e sorelle arriva una franchigia di 100 mila euro, oltre la quale l’aliquota torna al 6%. Se l'erede è portatore di handicap grave, invece, il limite esente viene innalzato a 1,5 milioni. Per coniugi e figli è prevista una franchigia fino a un milione e l'aliquota del 4% sulla quota eccedente e costituzione di vincoli di destinazione. Per gli altri la tassa è all’8%. Altro fronte caldo, quello della previdenza complementare.



Dal primo gennaio 2007 sarà possibile trasferire il proprio Tfr a un fondo pensione. La norma riguarda però solo le imprese con oltre 50 collaboratori.



Sul fronte degli Enti locali, i comuni potranno avere maggiori entrate sul territorio grazie alla possibilità di aumentare l’aliquota sull’addizionale Irpef. Per particolari opere, come strade e scuole, potranno anche usufruire della tassa di scopo.



Il discorso sulle addizionali Irpef è strettamente legato anche alla Sanità: le regioni in cui, dal 2007 in poi, verrà a determinarsi un disavanzo di gestione del Servizio Sanitario Regionale a fronte del quale i provvedimenti di ripianamento non saranno approvati o non saranno sufficienti, saranno tenute ad applicare la misura massima dell'aliquota delle addizionali Irpef e Irap.



Mentre dentro i Palazzi infuoca la protesta dell’opposizione contro una finanziaria, a detta loro,“punitiva per il ceto medio”, fra i contribuenti si scatena la “caccia” agli esponenti di questa fascia economico-sociale di mezzo. L’Italia discute, per strada, nei forum e nei blog della rete, sull’identità della classe media chiedendosi con curiosità chi ne faccia parte, cosa li contraddistingua dagli altri, e soprattutto quanto guadagnino al mese. Nessuno infatti sembra riconoscersi in quella che dovrebbe essere una fascia piuttosto popolosa, a metà fra il ceto basso e quello alto. Eppure, proprio in difesa di questa classe sono insorti i principali esponenti dei partiti politici dell’opposizione, minacciando di scendere in piazza e di dare battaglia in Parlamento. Il vero protagonista della Finanziaria, nel bene e nel male, è proprio il ceto medio, tirato in ballo da entrambi gli schieramenti politici. Se infatti l’opposizione lo indica come la vera vittima della manovra economica 2007, parlando di un vero e proprio attacco ordito dal governo ai suoi danni, i partiti della maggioranza invece, rivendicando l’equità della programmazione economica, sostengono che la classe media abbia ricevuto addirittura un trattamento privilegiato rispetto al passato. La terminologia usata nelle dichiarazioni di questi giorni, e in particolare l’abuso del termine “classe media”, ha richiamato alla mente di molti, gli slogan usati negli anni settanta per sostenere quello scontro fra ceti, tanto invocata allora dai contestatori.



Ma se la classe media è composta da quelli che percepiscono 70 mila euro annui, quindi circa 2800 euro al mese, in quale classe devono collocarsi gli insegnanti o gli impiegati? Nei plebei?”

Il Presidente

Carlo Garofolini

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