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Rovigo:i pubblici esercizi per il bere sano e intelligente

09/01/2007
Spirano venti di mobilitazione tra i pubblici esercizi del Veneto per alcune disposizioni contenute nel progetto di legge che riordinerà l’attività di somministrazione di alimenti e bevande nella nostra regione. La più rappresentativa organizzazione di categoria del settore, la Fipe Confcommercio, promette battaglia se passerà la proposta di vietare nei locali pubblici (bar, ristoranti, pizzerie, discoteche) la somministrazione ed il consumo di qualsiasi tipo di bevanda alcolica, dalla birra, al vino, al liquore, dalle ore 1 della notte, con l’unica eccezione nella notte di fine d’anno quando il divieto scatterà alle ore 2. “Una nostra delegazione sarà ricevuta dalla III° Commissione Consiliare e nei prossimi giorni dai vari consiglieri regionali per manifestare tutte le preoccupazioni per un provvedimento pregiudizievole per gli aspetti economici, turistici e di libertà personale – annuncia Daniele Tecchiati Segretario Provinciale della Fipe Confcommercio – un divieto inutile ed anacronistico in vigore nel dopoguerra ed abolito negli anni settanta quando le autorità di pubblica sicurezza ne evidenziarono la totale inefficacia. I problemi della guida in stato di ubriachezza e dell’abuso di alcol non si risolvono incolpando e penalizzando i pubblici esercizi, in quanto restringendo l’orario della somministrazione di alcolici i giovani, e i consumatori in generale, si organizzeranno “privatamente” o migrando in regioni limitrofe esenti da limitazioni. Abbiamo aderito con positività all’iniziativa denominata “Locale Amico”, promossa dalla Provincia in collaborazione con le ASL di Rovigo e Adria proprio per ribadire che l’esercente professionista non ha nessun interesse a danneggiare il cliente ubriacandolo, tra l’altro rischiando la chiusura del locale attraverso l’applicazione della normativa gia esistente dal 1931 con il Testo Unico, ma anzi consiglia lo stesso nell’evitare di mettersi subito alla guida dell’auto se si intravvede che la persona ha qualche problema. Se passa la proposta della III Commissione Regionale si indurrà perciò i giovani a spostarsi dai locali pubblici, dove sono sotto controllo da parte del titolare e delle forze dell’ordine, ad abitazioni private o spazi aperti difficilmente controllabili (si ha un esempio lampante a Padova con la vicenda degli spritz). Non si tutela i giovani con interventi proibizionistici – continua Tecchiati - ma adottando iniziative culturali ed educative che risulterebbero certamente più efficaci ma probabilmente troppo complesse e costose rispetto ad un semplicistico divieto. Un divieto che penalizzerebbe, se approvato nella sua integrità, non solo gli operatori locali ma l’attività produttiva tipica (pensiamo al Trevigiano con il suo Prosecco, all’Amarone Veronese, alla Grappa Veneta) e sarebbe addirittura devastante per l’immagine turistica del Veneto unica regione d’Italia e d’Europa ad introdurre questa forma di proibizionismo. Come Fipe – conclude Tecchiati – faremo tutto il possibile per bloccare tale disposizione, anche coinvolgendo gli Assessori ed i Consiglieri Regionali Polesani.





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