Brusco calo delle scorte mondiali di cereali
Secondo l’Anga tra i preoccupanti segnali di disattenzione si devono ricordare: “l’azione di sistematico smantellamento della politica agricola europea in atto a partire dal 2003, l’inqualificabile invito rivolto di recente dal commissario Fischer Boel agli agricoltori a trovarsi un’altra fonte di reddito e la grave e persistente sottovalutazione della crescente tendenza dei consumatori a preferire cibi prodotti localmente”.
“Auspichiamo una presa di coscienza dei cambiamenti in atto a livello internazionale - ha affermato il presidente Diana -. Negli ultimi tempi, il problema della potenziale scarsità della produzione di alimenti a livello globale si è fatto concreto. Per questo c’è bisogno di una rinnovata sensibilità nei confronti del ruolo strategico del settore agricolo. Oggi, la ricca Europa fa i conti con la questione della sicurezza energetica. Domani potrebbe toccare alla sicurezza alimentare”.
L’Anga rende noto che il rapporto ottimale tra le scorte mondiali di cerali e il consumo dovrebbe attestarsi attorno al 24%. Oggi, a seguito della crisi dell’offerta degli ultimi anni, gli stock coprono meno del 20% della domanda. Nel 2007, prosegue l’analisi dell’Anga, la produzione cerealicola mondiale dovrebbe aumentare di 136 milioni di tonnellate, per evitare un ulteriore declino delle scorte.
“L’agricoltura europea - ha affermato Gerardo Diana - è chiamata a rispondere a nuove sfide per il futuro e contribuire alla sicurezza alimentare di una popolazione mondiale crescente e sempre più urbanizzata. Per fare questo - ha concluso il presidente dell’Anga - abbiamo bisogno di 2 condizioni: più politica agraria e più ricerca e tecnologia. Purtroppo, l’Unione europea non sta andando in tale direzione, se consideriamo che la sua ultima offerta negoziale in ambito Wto prevede la riduzione delle tariffe del 51%. Il che comporta una perdita di 20 miliardi di euro all’anno per le imprese agricole europee e prefigura il progressivo disimpegno nei confronti della Pac”.