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Per il 2007 nuove regole di produzione per l’Arcole Doc

11/01/2007
Approvata la modifica al disciplinare di produzione dell’Arcole Doc che a partire dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 6 novembre 2006, comprende anche le diciture Arcole Bianco – Passito; Arcole Bianco – Frizzante; Arcole – Rosato; Arcole – Rosato Frizzante; Arcole – Garganega – Vendemmia Tardiva; Arcole – Sauvignon; Arcole – Riserva; Nero d’Arcole. Si tratta di una modifica importante per la giovane denominazione veronese che giunge dopo un significativo lavoro di zonazione viticola, realizzata in sinergia con Veneto Agricoltura, che ha impegnato i produttori per oltre quattro anni. Grazie alla zonazione è stato infatti possibile convalidare nuovi modelli viticoli, oltre al rinnovo dei vigneti; ottenere vini dalla maggiore personalità; ottimizzare i costi di produzione; ridurre l’impatto ambientale.

Obbiettivi significativi per una denominazione che seppur giovane ha le carte in regola per crescere bene e in fretta.

La DOC Arcole infatti conta al suo interno oltre 2500 ettari di vigneto, 1500 aziende viticole, 21 amministrazioni comunali interessate e costituisce una delle zone tra le più particolari per delineare nuovi obbiettivi nell’ambito delle produzioni vitivinicole venete. La Doc Arcole, che nasce nel settembre 2000 e raccoglie un importante patrimonio di storia e di cultura, si colloca a cavallo tra Verona e Vicenza. In ambito veronese la zona di produzione interessa l’intero territorio del Comune di Arcole, Cologna Veneta, Albaredo D’Adige, Zimella, Veronella, Zevio, Belfiore d’Adige e parzialmente i comuni di Caldiero, San Bonifacio, Soave, Colognola ai Colli, Monteforte d’Alpone, Lavagno, Pressana, Rovereto di Guà e San Martino Buon Albergo. In provincia di Vicenza invece i comuni coinvolti sono quello di Lonigo, Sarego, Alonte, Orgiano e Sossano.



Particolarmente significative per la denominazione le modifiche legate all’Arcole Bianco Passito Doc e al Nero d’Arcole Doc.

Il disciplinare di produzione per l’Arcole Bianco Passito Doc prevede almeno il 50% di Garganega, a cui è possibile aggiungere Pinot Bianco, Pinot Grigio, Chardonnay, fino ad un massimo del 50% . Le uve devono essere sottoposte ad appassimento naturale, per un periodo non inferiore ai due mesi, anche con l’utilizzo di tecnologie che però non inducano un aumento della temperatura. La resa massima dell’uva in vino per ottenere l’Arcole Bianco Passito non deve essere superiore al 40%.

Per il Nero d’Arcole Doc invece il disciplinare di produzione prevede l’utilizzo di Merlot per almeno il 50%, seguito da Sauvignon, Cabernet-Sauvignon, Carmenere, Cabernet, fino ad un massimo del 50%. La vinificazione delle uve destinate alla produzione del Nero d’Arcole avviene solo dopo appassimento naturale di trenta giorni, anche con l’utilizzo di tecnologie che però non inducano un aumento della temperatura. Per poter utilizzare la menzione Nero d’Arcole Doc la resa massima dell’uva non deve essere superiore al 45%.

Il Nero d’Arcole è un vino che coniuga il taglio stile bordolese al metodo dell’appassimento, tipicamente veneto, tanto che già nel secolo scorso veniva sottolineata l’esistenza di un <> (Attilio Scienza, La Storia dei Bordolesi in Italia: una pacifica invasione borghese). Dopo un affinamento in legno grande dai 12 ai 24 mesi il Nero D’Arcole si presenta con un colore carico, dalla marcata tonalità violacea. Al naso il profumo risulta complesso, fruttato ed armonico, mentre in bocca trasmette sensazioni molto speziate e balsamiche, ben amalgamate.





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