Direttiva nitrati: la zootecnia va sostenuta
“In apparenza la direttiva nitrati potrebbe sembrare un aspetto squisitamente tecnico. Invece le conseguenze di questa normativa investono non solo le aziende agricole ma assumono un ruolo fondamentale nella tutela dell’ambiente. – spiega Paolo Martin, direttore di Coldiretti Padova – La nostra organizzazione mette al primo posto nella sua azione la salvaguardia del territorio e la salute dei cittadini. Per questo vanno considerati con attenzione anche i riflessi che questo provvedimento avrà sul settore zootecnico e andrà pertanto accompagnato da adeguate risorse e iniziative.”
Semplificando al massimo, il provvedimento dimezza la quantità di azoto organico utilizzabile sui terreni aziendali. Ne consegue per le imprese agricole la necessità di sostenere onerosi investimenti strutturali e per l’approvvigionamento di terreno.
Alla Regione Coldiretti chiede la massima semplificazione delle procedure e degli adempimenti burocratici a carico delle imprese agricole e la previsione di una congrua flessibilità per le aziende di allevamento, soprattutto nell’applicazione dei termini temporali per l’aggiornamento delle comunicazioni.
“Per quanto riguarda le risorse, - prosegue Martin - queste dovranno derivare solo in parte dal Piano di Sviluppo Rurale per non penalizzare gli altri comparti. Per questo abbiamo chiesto alla Regione un “piano nitrati” cui vengano destinate risorse specifiche del bilancio regionale.
Altro aspetto fondamentale che non dobbiamo trascurare riguarda il fatto che i liquami zootecnici non possono essere considerati come un rifiuto ma debbono restare una risorsa per le imprese e per l’ambiente eventualmente valorizzato con utilizzi alternativi quali il compostaggio o con l’utilizzazione a fini energetici.
Da una parte quindi i reflui zootecnici potranno essere impegnati in terreni, soprattutto nella parte meridionale del Veneto, poveri di sostanza organica se non addirittura a rischio desertificazione. Dall’altra potranno essere destinati anche per fini energetici, in particolare per la produzione di biogas. Per questo chiediamo alla Regione di mettere a punto azioni per la realizzazione di impianti di trattamento a livello consortile dove l’azienda possa, in ultima analisi, portare le proprie eccedenze senza onere aggiuntivo al trasporto”.