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Clima: con situazioni estreme rischia 70 % comuni italiani

15/01/2007
I cambiamenti climatici in corso con la piu’ elevata frequenza di eventi estremi si fanno sentire nelle campagne con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense, un maggiore rischio per gelate tardive, l'aumento dell'incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti come le cavallette, la riduzione della riserve idriche ed anche uno spostamento delle zone tradizionali di coltivazione come l’olivo che è arrivato a ridosso delle Alpi e le prime arachidi raccolte nella pianura padana. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’analisi del capo della Protezione civile Guido Bertolaso sull’andamento stagionale anomalo che nel 2006 ha causato danni per un miliardo di euro all’agricoltura. Si tratta di una tendenza - sottolinea la Coldiretti - che rappresenta una nuova sfida per l'impresa agricola e l’intera società poiché gli eventi estremi determinano una perdita di terreno e di fertilità ma anche un sensibile aumento dei rischi erosivi con frane e smottamenti in un territorio come quello nazionale dove il 70 per cento dei Comuni italiani è considerato a forte propensione di frane e alluvioni per una superficie di oltre 21mila chilometri quadrati. Di fronte ai cambiamenti climatici è dunque necessario abbandonare il concetto di protezione civile intesa come serie di interventi decisi dopo eventi negativi, con enorme spreco di risorse, per abbracciare - sostiene la Coldiretti - una nuova cultura delle prevenzione e dell'organizzazione degli interventi. Servono - prosegue la Coldiretti - interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali del piano irriguo nazionale previsto dalla finanziaria, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo ma anche ricerca ed innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico come l’arachide sperimentata dalla Coldiretti. Un impegno che va accompagnato da una maggiore decisione nel raggiungimento degli obiettivi fissati per il nostro paese dal protocollo di Kyoto anche con lo sviluppo di alternative energetiche come i biocarburanti ottenuti dalle coltivazioni agricole, per ridurre l’impatto dei gas ad effetto serra dei combustibili fossili. Secondo il monitoraggio effettuato dalla Coldiretti il caldo record e la mancanza di pioggia ha mandato in tilt la natura confondendo le api con le regine che hanno ricominciato a deporre le uova mentre sui prati e sulle piante compaiono fiori fuori stagione con mesi di anticipo rispetto alla normalità. Nel mondo animale il “clima primaverile” sta sconvolgendo i normali cicli riproduttivi anche negli allevamenti con ad esempio i maiali all’aperto che perdono la regolarità dei “calori”, mentre le piante come albicocchi, susini e mandorli - continua la Coldiretti - si trovano in una fase di crescita che è tipica della primavera e si stanno predisponendo alla circolazione della linfa e la recrudescenza del freddo con l’arrivo delle gelate potrebbe colpirle nel momento più critico con danni ingentissimi. Nella pianura padana il grano è già alto 15 – 20 centimetri ed è particolarmente vulnerabile ad un probabile abbassamento della temperatura ma anche allo sviluppo di infezioni fungine favorite dalle alte temperature. Una situazione critica aggravata - conclude la Coldiretti - soprattutto al nord dalla prolungata mancanza di acqua, con meno di un terzo delle normali precipitazioni in novembre e dicembre, che impedisce ai terreni il ripristino delle riserve idriche indispensabili per i prossimi mesi quando le colture avranno bisogno di irrigazione.







GENNAIO 2007: LA NATURA VA IN TILT



Mimose e ginestre in fiore in Liguria in anticipo di un mese



Susini e albicocchi fioriti nelle Marche in anticipo di due mesi



Grano alto 20 cm nella pianura padana i semi dovrebbero aver appena germinato



Api confuse e regine con uova in riposo a proteggere la regina dal freddo



Mandorli in Fiore in Sicilia in anticipo di un mese e mezzo



Primule sulle colline tosco-emiliane in anticipo di due mesi



Animali da allevamento in amore in anticipo rispetto alla primavera



Fonte: Elaborazioni Coldiretti







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