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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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A.N.B.I. lancia l’allarme siccita’ nel Nord Italia

15/01/2007
E’ il Veneto, dove sfociano alcuni dei principali fiumi italiani, la prima regione a subire conseguenze ambientali dall’anomala stagione invernale in corso, caratterizzata da pressoché inesistenti precipitazioni. L’allarme arriva da Rovigo, dove il Consorzio di Bonifica “Polesine Adige-Canalbianco” segnala, a Badia Polesine, un livello del fiume Adige inferiore di m. 4,20 alla soglia di attenzione mentre, a Boara Pisani, tale quota è pari a -3,70. Gli alvei dell’intera rete idraulica minore sono in secca per la contemporanea assenza di significative piogge dall’agosto scorso; gravi sono le conseguenze igienico-sanitarie ed ambientali con particolare riferimento alla ricarica delle falde sotterranee ed alle morie di pesci. A fronte di ciò, in deroga alle autorizzazioni di prelievo irriguo, è stato deciso di attivare una delle pompe dell’impianto idraulico “Bova” per garantire il minimo deflusso vitale nell’importante asta del canale “Adigetto”.

“Si preannuncia una situazione drammatica”- confermano dal Consorzio “Lessinio-Euganeo-Berico”, che gestisce la principale asta irrigua veneta, lunga 46 chilometri ed interessante 110.000 ettari tra le province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia- “Proporremo un’urgente riunione con tutti i soggetti coinvolti perché, permanendo le attuali condizioni, non saremo in grado di garantire il fabbisogno irriguo, così come siamo riusciti invece a fare l’anno scorso anche nel periodo di siccità.”

La situazione è grave anche nel comprensorio Adige-Bacchiglione, sul quale sono caduti, nel 2006, 530 millimetri di pioggia, la metà circa di quanto registrato solo due anni prima. Anche qui i canali interni sono “in asciutta” e dal locale Consorzio di Bonifica indicano preoccupanti conseguenze: aumento della “salinizzazione” nei terreni più vicini alle coste ed incremento della concentrazione dei carichi inquinanti per la diminuita capacità diluente delle acque.

I Consorzi di Bonifica veneti mettono in guardia gli imprenditori agricoli, ai quali consigliano di valutare attentamente gli ordinamenti colturali: se le condizioni idriche dovessero rimanere le attuali, sono a forte rischio soprattutto le produzioni orticole; meglio optare per coltivazioni a minor fabbisogno d’acqua come il frumento che, nell’ultimo anno, ha visto raddoppiare la superficie vocata.

L’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni è preoccupata soprattutto per il futuro, a causa, in particolare, dell’assenza di riserve nevose in montagna. “I livelli del lago di Como, ma soprattutto del lago di Garda, sono oggi aldisotto della media stagionale –affermano all’ANBI- Cosa succederà quando, con l’arrivo del caldo, si dovranno aprire i rubinetti verso valle? In assenza di neve e piogge, con quali risorse idriche si potranno rimpinguare gli invasi? Analoga è la situazione del fiume Po che, dai dati del Consorzio di Bonifica ferrarese 2° Circondario Polesine S.Giorgio, segna, al rilevamento di Bondeno, un livello pari a m. 4,20 sul livello del mare; tale portata è di poco superiore a quella analoga registrata lo scorso anno, cui seguì un’eccezionale carenza idrica estiva, nonostante allora si arrivasse da un inverno più ricco di neve."

“E’ una situazione davvero preoccupante- commenta Massimo Gargano, Presidente A.N.B.I.- Ha ragione il responsabile della Protezione Civile, Bertolaso, a sollecitare attenzione verso una situazione che, ad oggi, si sta evolvendo negativamente. E’ sempre più evidente che serve una nuova cultura della gestione idrica. Un importante passo è stato fatto con il finanziamento del Piano Irriguo Nazionale, i cui interventi sono indirizzati ad ottimizzare l’uso dell’acqua. Ora serve un ulteriore sforzo, dando vita ad un Piano per la realizzazione di invasi nell’Italia centro-settentrionale dove, negli anni più recenti, la siccità si è manifestata maggiormente. Prima o poi pioverà, ma quella preziosa risorsa sarà perlopiù persa perché, non trattenuta, fluirà inesorabilmente verso il mare, privando il territorio di un’indispensabile riserva per i momenti di carenza.”

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