Vino, trucioli: nuovo decreto per estendere divieto
17/01/2007
Ci attendiamo che venga al piu’ presto emanato un nuovo decreto che estenda il divieto dell’uso dei trucioli, attivi un adeguato sistema di controlli e possa così fugare le preoccupazioni del Ministero delle Politiche Agricole sugli effetti dell’accoglimento da parte del Tar del ricorso nei confronti di un provvedimento ministeriale che, come noto, ha autorizzato l’uso della segatura di legno per invecchiare il vino nel 70 per cento della produzione nazionale. E’ quanto afferma la Coldiretti che ha presentato il ricorso insieme a Città del Vino, Federconsumatori, Codacons, Adusbef, Adoc, Slow-food Italia, Legambiente e alcuni produttori titolari del riconoscimento di denominazioni di origine controllata con il chiaro obiettivo di tutelare le produzioni agroalimentari nazionali di qualità, che costituiscono un patrimonio irrinunciabile per il nostro paese, ed i consumatori che verrebbero a trovarsi di fronte ad un prodotto artificiale senza una adeguata informazione. È chiaro peraltro - sottolinea la Coldiretti - che l’accoglimento del ricorso avrebbe come conseguenza non quella di ritenere legittimo l’impiego dei trucioli nei vini DOC e DOCG bensì quella di ottenere la riscrittura delle regole sulle pratiche e i trattamenti enologici autorizzati sulla base del riconoscimento dei vizi di violazione della normativa comunitaria per immotivata disparità di trattamento rispetto a tutti i vini a indicazione geografica tipica. L’Italia che ora rappresenta circa il 25 per cento delle esportazioni mondiali e ha conquistato negli Usa il primato delle vendite, deve scegliere senza indugio - precisa la Coldiretti - la strada della qualità e della trasparenza senza cedere alle tentazioni di una concorrenza fondata sulla bassa qualità che non valorizza le potenzialità del territorio nazionale. Una necessità per non compromettere il successo fatto registrare dal vino Made in Italy che nel 2006 ha realizzato un boom dell’ 6,4 per cento nel valore delle esportazioni e - precisa la Coldiretti - un successo rilevante negli Stati Uniti (+ 5,7 per cento) e nei nuovi Paesi emergenti come India (+60,5 per cento) e Cina (+141,7 per cento), secondo le elaborazioni su dati Istat relativi ai primi dieci mesi. I risultati commerciali del 2006 con una vendemmia buona e su quantità contenute attorno ai 50 milioni di ettolitri dimostrano - afferma la Coldiretti - la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino Made in Italy che nello scorso anno ha raggiunto un fatturato record di 9 miliardi di euro, 3 dei quali attraverso l’export anche grazie alle garanzie sul divieto dell’utilizzo dei trucioli. Tra i motivi del ricorso si evidenziano una incompetenza ministeriale in quanto il provvedimento ministeriale doveva essere preceduto dal parere delle Regioni e del Comitato Nazionale per la Tutela e Valorizzazione delle Denominazioni di Origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini, ma anche - conclude la Coldiretti - una violazione del giusto procedimento e un eccesso di potere, ovvero le diverse categorie interessate (consumatori, imprese agricole ecc.) non sono state consultate.
COLDIRETTI