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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Crisi idrica in Veneto: se n’é parlato a Conselve (Pd)

17/01/2007
E’ grande la preoccupazione per la situazione idrica del Veneto, fra chi opera nel mondo della bonifica e dell’agricoltura, perchè fa presagire ad una stagione irrigua peggiore di quella del 2003. A pochi giorni infatti, dall’allarme siccità, lanciato in Veneto dall’Associazione Nazionale Bonifiche ed Irrigazioni per il livello del Po e di altri fiumi regionali, a seguito delle scarse precipitazioni nevose e piovose, il Consorzio di Bonifica “Adige Bacchiglione” ha organizzato a Conselve, nel padovano, un incontro con i rappresentanti delle categorie professionali agricole e del mondo politico, per fare il punto sulla “questione acqua”.

Il quadro che emerge non è di certo positivo, perché anche nell’area della Bassa Padovana fino a Chioggia, nel veneziano, come già emerso nell’area del rodigino, la salute dei fiumi non è buona: l’Adige, il Brenta, il Bacchiglione ed il Gorzone sono permanente in magra da diversi mesi. “Dai dati pluviometrici si rileva che nel 2006, in questo territorio, è piovuto circa un 30% in meno della media annua – ha spiegato Giuseppe Gasparetto Stori, direttore del consorzio “Adige Bacchiglione” – temiamo che quest’estate, i fiumi in magra non potranno alimentare le derivazioni irrigue del territorio e che la qualità della poca acqua sarà fortemente compromessa, con conseguenze negative anche per gli acquedotti e l’ambiente acquatico”.

Medesima preoccupazione è stata espressa dai tre rappresentanti delle organizzazioni agricole presenti all’incontro, Antonio Salvan (Confagricoltura), Paolo Martin (Coldiretti), Mario Quaresimin (CIA) e dall’assessore provinciale all’Agricoltura di Padova, Luciano Salvò, che all’unisono hanno sottolineato la doppia preoccupazione per le aziende agricole e per l’intera collettività, che dovrà fare i conti con una limitata disponibilità d’acqua.

Le scarse risorse idriche infatti, non generano soltanto problemi legati al settore primario, ma hanno anche un forte impatto di tipo igienico-ambientale, se si pensa alla progressiva desertificazione dei suoli che ne potrebbe derivare, all’abbassamento e all’inquinamento delle falde acquifere, fino alla riduzione delle derivazioni ad uso industriale e potabile, come già accaduto nei recenti periodi di forte siccità.

“Oltre a questi danni, già di per sé di grande misura, bisogna tenere in considerazione anche gli aspetti di tipo economico – finanziario, che potrebbero verificarsi per una mancata gestione delle risorse idriche – ha commentato Luigi Veronese, direttore dell’Unione Veneta Bonifiche – dobbiamo ricordare che in Veneto, l’agricoltura produce circa il 15% del Pil regionale ed il turismo il 12%, due attività strettamente connesse all’acqua e all’ambiente”.

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