Sentieri Esplorativi su La vedova scaltra di Wolf-Ferrari
Per La vedova scaltra di E. Wolf-Ferrari, tratta dalla commedia omonima di Carlo Goldoni e proposta in occasione del terzo centenario della sua nascita nel prossimo Carnevale, le iscrizioni pervenute hanno superato il migliaio per cui il teatro veneziano si è attivato per aprire ai corsisti non solo la prova generale ma anche l'antegenerale e, alle due repliche del seminario già previste (nel pomeriggio dello stesso 22 gennaio dalle ore 15 alle ore 18 sempre al Malibran e il giorno dopo, il martedì 23 dalle ore 10 alle 13 nell'Aula magna dell'Istituto Pacinotti di Mestre) ne è stata organizzata una terza straordinaria, per le scuole del trevigiano, venerdì 2 febbraio alle ore 15.00 all'Auditorium «Dina Orsi» di Conegliano Veneto.
Il seminario, tenuto da Domenico Cardone e Vitale Fano, esplorerà testo, forme di scrittura espressiva e varianti della spiritosa commedia goldoniana nel passaggio dalla prosa al teatro musicale, con produzione di un'apposita Dispensa per tutti i partecipanti. Utilizzerà, sulla base di un originale Metodo epistemico messo a punto in circa trent'anni di sperimentazione che gli insegnanti possono valorizzare in senso interdisciplinare nella loro normale didattica, comparazioni "da testo a testo"; in particolare verranno proposti l'ascolto di due diverse registrazioni discografiche (tra cui una recentemente acquisita in America e rara con Alda Noni e Renato Capecchi diretta da Sonzogno) e la visione di un'altrettanto rara ripresa televisiva della RAI, del 1967, con attori di rilievo (Valeria Moriconi, Mario Scaccia, Paolo Ferrari), per la regia di Franco Enriquez resa disponibile grazie a una collaborazione della Biblioteca di Studi Teatrali di Casa Goldoni. Altri estratti filmici (da Le relazioni pericolose di Laclos per la regia di Friars, da Caccia alla vedova di Ferrara con Isabella Rossellini sino ad una magistrale edizione scaligera del Così fan tutte diretto da Muti) verranno proposti intorno al più generale modello narrativo a cui l'opera appartiene. Infatti, dal punto di vista del contenuto, nonostante la creazione goldoniana muova da sperimentati cliché di efficacia teatrale in un divertissement leggero, arioso e geometricamente fin troppo ben disegnato (non mancando topoi tradizionali come la 'prova multipla', il 'travestimento', il 'duello' di spada e di cuore, la caricatura, e infine il 'pasticcio' e i 'lazi' ad opera di un Arlecchino ancora sopravvissuto al fatale declino della Commedia dell'Arte), si possono intravedere, soprattutto nella saggia e composta reazione della brillante signora, messa in palio dal litigioso quartetto maschile internazionale in una sorta di sfida parasportiva e libertina, problematiche sempre attuali, 'classiche', le stesse già fatte maturare nel perfetto gioco di 'prove' e 'amori asimmetrici', non corrisposti, dal teatro shakespeariano. Un dongiovannismo che provoca un'arguta risposta femminile e femminista, anticipatrice dell'indimenticabile Mirandolina de La locandiera.