Orfanotrofi chiusi: la Regione ha trovato altre sistemazioni
La domanda è inevitabile: dove andranno tutti i piccoli ospiti? Chi si occuperà di loro?
In Regione Veneto, già da anni si è provveduto a trovare soluzioni. Fin dal 2004, infatti, la Regione ha chiuso queste strutture, ormai obsolete dal punto di vista culturale e degli standard, attivando nuovi modelli per l’accoglienza dei minori.
Lo ha annunciato a Padova l’Assessore Regionale alle Politiche Sociali Stefano Valdegamberi, durante una conferenza stampa tenuta al Caffè Pedrocchi, preludio ad un convegno regionale, che si svolgerà mercoledì 24 gennaio al Centro Congressi “Papa Luciani” di Padova (dalle ore 9,30), al quale parteciperanno tutti gli operatori dei servizi pubblici e privati per fare il punto sulle azioni regionali di contrasto all’istituzionalizzazione dei bambini e degli adolescenti.
Tornando alla conferenza stampa, Valdegamberi ha illustrato le nuove strutture di accoglienza dei minorenni.“Abbiamo puntato” ha detto “da un lato, a strutture di piccole dimensioni, quindi case famiglia e gruppi famiglia, capaci di garantire condizioni di accoglienza e ospitalità adeguate e, dall’altro, abbiamo notevolmente potenziato l’affido familiare.”
Ecco alcuni dati: nel 2002 gli istituti educativo-assistenziali nel Veneto erano 12 e sono scesi a zero già nel 2003 anche per i finanziamenti specifici, previsti dalla legge regionale n.51 del 1986, che la Regione ha erogato in conto capitale a fondo perduto per incentivare la loro trasformazione e adeguamento. Si è trattato di 6,5 milioni di euro tra il 2001 e il 2006.
Pertanto, il quadro delle strutture tutelari nel Veneto (riferito al 31 dicembre 2005), comprende oltre 200 strutture residenziali per minori di cui 96 comunità alloggio residenziali, 70 case famiglia, 40 gruppi famiglia, 7 centri di pronta accoglienza, 1 comunità terapeutica riabilitativa. Strutture che accolgono 1.409 bambini e ragazzi (notare che nel 1998 erano 1089; quindi sono aumentati del 29%); mentre 1.441 bambini e ragazzi sono in affidamento (di questi, 1.016 in affidamento residenziale e 425 in affidamenti diurni).
Emerge un aspetto importante: l’aumento è riconducibile alla triplicata presenza di minori stranieri. Dal 1998 ad oggi, infatti, i minori italiani sono coinvolti più o meno come sempre nei processi d’inserimento residenziale mentre la presenza dei ragazzi stranieri passa dai 165 di fine anni Novanta ai 542 del 2005 (pari al 38% di tutti i minori accolti in struttura). Inoltre, al loro interno è in ulteriore crescita la quota dei minori stranieri non accompagnati (nel 2005, 231 ragazzi).
Di fronte a questa realtà, Valdegamberi ha annunciato un prossimo importante cambiamento delle politiche sociali venete in questo settore. “C’è ormai l’esigenza – ha evidenziato l’Assessore – di agire per rilanciare l’istituto familiare come prima azione di prevenzione del disagio, ma anche di ‘rifondare’ il sistema dell’accoglienza, sia residenziale che familiare, che si dovrà rapportare a queste modificate caratteristiche culturali, relazionali ed educative. E’ l’obiettivo della Regione Veneto che stiamo definendo assieme ai Comuni, alle Ulss, al privato sociale, agli operatori”.
Altra questione nodale, quella delle risorse. Per ognuno di questi minori la Regione stabilisce un finanziamento, secondo quanto prevede la legge regionale 11 del 2001, che va assegnato ai Comuni, sostanzialmente per pagare la retta di mantenimento nelle strutture o nella famiglia affidataria. “Tali fondi sono in costante crescita dal 2001 – ha affermato Valdegamberi – anno nel quale sono stati impegnati 8,5 milioni euro; nel 2006 i finanziamenti sono stati di 11,6 milioni euro per complessivi 58 milioni di euro”. Alla provincia di Verona (che è quella dove sono più diffusi gli affidi familiari), dal 2001 al 2004, è stata assegnata la fetta maggiore dei finanziamenti per un totale di 10,3 milioni di euro; alla provincia di Venezia sono andati 9,3 milioni di euro; alla provincia di Padova, 9,2 milioni di euro; alla provincia di Vicenza 9,2 milioni di euro; alla provincia di Treviso 6,2 milioni di euro; alla provincia di Belluno, 1,7 milioni di euro; alla provincia di Rovigo, 1,4 milioni di euro.
Asterisco Informazioni
di Fabrizio Stelluto
P.I. 02954650277
- e-mail:
- info@asterisconet.it
redazione@asterisconet.it - telefono:
- +39 041 5952 495
+39 041 5952 438 - fax:
- +39 041 5959 224
- uffici:
- via Elsa Morante 5/6
30020 Marcon (Ve)
Cartina
Questo sito è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell'art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: "Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione".
La pubblicazione degli scritti è subordinata all'insidacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito.
Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al sito, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.
-
-
Direttore:
Fabrizio Stelluto -
Caporedattore
Cristina De Rossi -
Webmaster
Eros Zabeo -
Sede:
via Elsa Morante, 5/6
30020 Marcon
Venezia - Informativa cookies