Impressionante il calo di precipitazioni sul nostro paese
Nello scorso mese di dicembre sono, mediamente, caduti mm. 8,40; nello stesso periodo del 2005, caratterizzato successivamente da rilevanti episodi siccitosi, tale media era pari a mm. 57,10; in dicembre, quindi, si è registrato, -86% circa nelle precipitazioni. A titolo di ulteriore paragone, nel 2002 che fu l’anno della prima grande siccità nel centro-nord Italia, erano caduti mm. 90,90.
Altro dato rilevante è che tale insufficiente andamento di precipitazioni è riscontrabile sull’intera penisola con cali eccezionali in regioni ricche di montagne quali Piemonte, Trentino Alto Adige, Veneto, ma anche Toscana ,Marche e Calabria.
Tale carenza di precipitazioni, finora continuata anche nel mese di gennaio, è seguita ad un mese di novembre altrettanto deficitario, seppur in maniera meno omogenea: in quei 30 giorni sono caduti, sull’Italia, mediamente mm. 66,50 di pioggia o neve contro mm. 100,90 registrati nel 2005 e mm. 120,30 segnalati nel 2002.
“I dati, soprattutto quelli del mese di dicembre, sono impressionanti ed è fonte di ulteriore preoccupazione notare come, a soffrirne maggiormente siano regioni montane, naturali riserve idriche del nostro Paese – commenta Massimo Gargano, presidente A.N.B.I. - Le previsioni meteorologiche indicano l’arrivo di precipitazioni nei prossimi giorni; l’auspicio è che siano diffuse e prive di quella violenza, che sta caratterizzando i più recenti eventi climatici. Purtroppo, le regioni centro-settentrionali sono ancora prive della rete di invasi, di cui ribadiamo la necessità per trattenere le acque piovane quando arrivano ed utilizzarle nei momenti di carenza; così gran parte delle prossime precipitazioni termineranno inutilizzate in mare.”
Per quanto riguarda la condizione dei principali fiumi italiani, permane il loro stato di crisi idrica.
Il Po segna ad oggi + 4,17 sul medio mare al rilevamento di Pontelagoscuro; tale livello, sotto la media stagionale, è però in linea con quanto registrato, alla stessa data, negli anni più recenti (2006: + 4,00 ; 2005: + 4 ,60 ; 2004: + 6,04 ; 2003: + 5,80; 2002: + 3,83).
Più preoccupante è la situazione registrata sul fiume Adige, la cui portata attuale è attorno ai
50 metri cubi al secondo contro una media stagionale oscillante fra 70 e 80 metri cubi al secondo. Ciò obbliga all’attivazione fuori stagione, soprattutto nel tratto polesano vicino alla foce, di pompe idrauliche per garantire il minimo deflusso vitale nei canali interni e contenere possibili conseguenze di carattere igienico-ambientale. La portata del fiume Adige, già oggi, risulta fortemente influenzata dai rilasci idrici dai bacini montani ad uso idroelettrico: il livello delle acque, infatti, si incrementa significativamente nei giorni lavorativi per ridursi cospicuamente nei fine settimana.