Risorse idriche: compiti e responsabilità
Con questa premessa Coldiretti Veneto lancia l’appello per cambiare lo stile di approccio e una serie di propositi operativi per migliorare il rapporto di tutti con la risorsa idrica, attraverso tecniche di manutenzione, risparmio, recupero e riciclo delle acque.
La diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo accompagnate a ricerca ed innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno di irrigazione ne sono un chiaro esempio.
“Non c’è più tempo da perdere – ha precisato Piazza - negli ultimi sessanta anni la situazione agroclimatica del Veneto è passata da un bilancio idroclimatico positivo – ovvero il calcolo delle precipitazioni rapportate ai fabbisogni delle colture - pari a 95 mm nel periodo 1959/1980 ad un dato negativo di - 48 mm dal 1981 al 2004”.
Infatti in questo ventennio si osserva una diminuzione consistente delle precipitazioni e un aumento medio delle temperature nel periodo vegetativo che hanno determinano nell’area della bassa padovana e in provincia di Rovigo un clima addirittura sub-arido.
“E’ ovvio – insiste Piazza – che l’irrigazione è il fattore fondamentale per poter praticare un’agricoltura di qualità”.
La superficie irrigua nel 2006 attestata dai 20 consorzi di bonifica è pari a 584 mila ettari, 241 mila sono interessati da canali di adduzione dedicati esclusivamente alla funzione irrigua la rimanente parte è servita dai canali che regimano le acque.
La sicurezza degli approvvigionamenti di questa rete è un fatto cruciale perché l’irrigazione non va vista come una pratica dispendiosa ma va intesa come una funzione strategica per la ricarica degli acquiferi profondi e per il mantenimento degli habitat che altrimenti tenderebbero in molti casi verso la desertificazione.
Coldiretti ha proposto alcune soluzioni per assicurare l’uso sostenibile della risorsa idrica partendo da due linee di lavoro:
- la prima riguarda l’accordo preventivo tra gli enti deputati all’apertura dei “rubinetti” degli invasi idroelettrici negli stati di crisi idrica
- la seconda prevede la rivalutazione delle cave (attualmente sono autorizzati per l’escavazione 279 milioni di metri cubi in Veneto) per la funzione di stoccaggio della riserva idrica in pianura e l’esondazione controllata delle onde di piena dei fiumi.
Tutto questo richiede una condivisione degli obbiettivi da parte degli enti coinvolti (autorità di bacino, provincia, regione, consorzi e società idroelettriche concessionarie) per giungere a delle soluzioni fattibili già dalla prossima stagione.