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Il pericolo Radon nel Veneto e nel padovano

22/03/2006
Il pericolo Radon nel Veneto e nel padovano: in una scuola elementare di Monselice rintracciati significativi superamenti delle soglie di pericolo.Il pericolo rappresentato dal Radon è noto da tempo. La nostra Associazione spesso si è occupata di questo gas ionizzante radioattivo, ma non sempre il grido d’allarme da noi lanciato è stato raccolto con la dovuta attenzione dai decisori politici e dalle autorità sanitarie. Da una statistica si ritiene che in provincia di Padova almeno 5.000 edifici, tra case di civile abitazione ed ambienti pubblici siano contaminati in varia misura dal Radon. Il Radon è un gas radioattivo naturale, incolore e inodore, presente il tutto il pianeta, ma alcune aree, una di queste è il Veneto, i Colli Euganei in particolare, sono particolarmente invase da Radon. Esso è un prodotto dal decadimento radioattivo del Radio, generato a sua volta dal decadimento dell’Uranio 238. Questi elementi sono presenti in quantità molto variabile in tutta la crosta terrestre. Ma l’Arpav – l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente del Veneto, in collaborazione con la Regione Veneto, Direzione Regionale per la Prevenzione, ha iniziato a partire dal 2002 – (DGRV n. 79 del 18.01.02) - un monitoraggio delle aree considerate più a rischio Radon e da queste indagini è nata una mappa a colori che evidenzia in certe zone della nostra regione, situazioni di rischio che devono essere approfondite con monitoraggi mirati. Naturalmente i primi edifici che l’Arpav ha deciso di monitorare sono quelli pubblici ed in particolare le scuole, e soprattutto quelle situate nelle aree già identificate come generatrici del gas ionizzante. A seguito di questa iniziativa lo scorso mese è giunta notizia che una scuola di Recoaro in provincia di Vicenza era stata sgomberata dalle autorità sanitarie e scolastiche per l’alta percentuale di questo gas ionizzante che ricordiamolo, dice l’Arpav è responsabile del 12 % dei tumori polmonari nel Veneto. Infatti l’Agenzia Regionale per l’Ambiente del Veneto – Arpav – aveva deciso, su input dell’Assessorato all’Ambiente regionale, di monitorare alcuni edifici scolastici e la scuola di Recoaro Terme era una di quelle. Ma in questi giorni l’allerta è scattata a Monselice, dove in uno degli edifici scolastici monitorati a campione dal 2003 al 2004 la percentuale di Radon è risultata molto elevata, tanto da consigliare l’Arpav ad avvisare l’amministrazione pubblica di Monselice. La Scuola è ’Elementare Pubblica “Giorgio Cini” di via Solario, situata in un quartiere noto per la sua bellezza paesaggistica e per aver ospitato in passato nel medesimo edificio un Istituto per la cura e la prevenzione delle malattie respiratorie. In questa scuola, ubicata sulle pendici di uno dei colli che sovrastano Monselice, attualmente sono ospitati circa 200 bambini, e , come è facile immaginare, i problemi per ripristinare la salubrità degli ambienti, così come consigliato dall’Arpav, sarebbero diversi e di non facile soluzione. Il Radon, è invece ritenuto dalla Commissione internazionale per la protezione radiologica, responsabile del il 15% dei casi di tumore polmonare, e l’americana E.P.A- Environmental Protection Agency – afferma che esso è in grado di causare ogni anno da 8 mila a 30 mila casi di questa gravissima malattia

Ma veniamo al caso di Monselice. Le percentuali del noto gas radioattivo nella scuola di Monselice sono molto alte, tanto che la concentrazione massima annuale, dice l’Arpav in una sua nota, è di 1919 Becquerell per metro cubo d’aria, la media è di 893 Bq/m3, mentre la minima è di 118. C’è da dire infatti che la normativa vigente in Italia prevede un limite di sicurezza per gli edifici nuovi di 200 Becquerell – Bq è infatti il valore che indica la quota di atomi radioattivi presenti nell’aria – e per quelli esistenti è di 400 Becquerel, portata a 500 dalla normativa 96/29 dell’Euratom. Infatti una statistica dell’Istituto Superiore della Sanità informa che le principali fonti di esposizione alle radiazioni ionizzanti ci provengono per il 56% dal Radon; per il 10% dalle radiografie; l’8% dai raggi cosmici; il 3% dai prodotti di consumo; il 4% dalla medicina nucleare; l’8% dal terreno e l’11% da altre fonti.

Riguardo al caso della scuola di Monselice ci risulta che l’Amministrazione comunale si è attivata immediatamente dopo aver ricevuto la notizia dall’Arpav della presenza in percentuali preoccupanti del Radon nell’edificio scolastico. Ieri la Giunta si è riunita ed ha deciso di approntare un piano di interventi, che prevedono controlli anche negli altri edifici scolastici del comprensorio e che saranno esaminati congiuntamente venerdì mattina alle ore 10 in Municipio, con l’Arpav, l’Usl e con i responsabili dell’educazione scolastica del Distretto Comprensivo della città della Rocca. Noi dunque ci auguriamo che il Sindaco Fabio Conte, come primo cittadino e responsabile della salute pubblica, prosegua in questo suo attivismo sanitario per rassicurare la popolazione e i genitori degli scolari che non esiste un pericolo immediato, ma sarà fatto tutto quanto previsto dalle autorità sanitarie per minimizzare il rischio Radon.



Gianni Genghini, presidente Associazione Ambiente e Società, Circolo Embera Katio

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