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Le bioenergie e le nuove strategie di Veneto Agricoltura

29/01/2007
Giovedì scorso nella sede di Legnaro di Veneto Agricoltura , alla presenza di ambientalisti, di addetti ai lavori e di una folta schiera di politici, si è svolta la presentazione dell’Azione Strategica delle Bioenergie, un’importante progetto per la produzione delle energie rinnovabili. Un impegno assunto dalla Regione Veneto e Veneto Agricoltura, con finanziamenti che a tutt’oggi ammontano a 6,5 milioni di euro, ma che entro l’anno potrebbero diventare 9 milioni di euro, come ha promesso Luca Zaia..Il settore è certamente importante se, secondo le stime dell’UE, entro il 2050 le energie rinnovabili potrebbero raggiungere il 50% del fabbisogno energetico mondiale. Nell’aula convegni di Veneto Agricoltura Luca Zaia, vice presidente della Regione e Assessore all’Agricoltura, ha detto con orgoglio che il lavoro svolto dal suo assessorato e da Veneto Agricoltura è stato pronto e efficace e il risultato è il progetto ASB- Azione Strategica Bioenergie-. La prima idea di questo progetto, ha proseguito Luca Zaia, è nata nell’area parcheggio di un distributore di biodiesel alla periferia nord di Treviso, dove qualche volta durante la bella stagione fisso qualche appuntamento e proprio in quel luogo abbiamo deciso, primi in Italia a livello regionale, di portare avanti questo impegno per lo sviluppo e l’utilizzo delle energie alternative. Corrado Calleagari, Amministratore unico di Veneto Agricoltura, ha esordito con un invito a tutti i componenti del mondo agricolo ad aderire a questa azione, che in sinergia con l’Assessorato all’Agricoltura del Veneto, si propone di sviluppare la promozione e successivamente la produzione delle energie alternative derivate dalla lavorazione di prodotti agricoli e di reflui degli allevamenti. Questo programma regionale di intensificazione dell’utilizzo del biodiesel e del biogas e non solo, è stato da tutti ritenuto molto importante per combattere la dipendenza dal petrolio e dal gas, un aspetto del problema che preoccupa quasi tutti i Paesi del mondo industrializzato. Infatti le emissioni in atmosfera di CO 2 –anidride carbonica – e di altri inquinati, dovranno essere ridotti, secondo il trattato di Kyoto, del10% entro il 2020 e ciò non sarà possibile se non si opererà cooperando attivamente con il mondo agricolo, scientifico e istituzionale. Un obiettivo che potrebbe essere facilmente raggiunto con la produzione in grande scala delle bioenergie, ha detto il responsabile scientifico di Veneto Agricoltura Giovanni Chillemi. Tra l’altro, ha proseguito Chillemi, oggi a Padova circolano già 100 autobus che utilizzano biodiesel e questo carburante riduce del 50% le polveri sottili e del 20 % gli altri inquinanti da traffico veicolare. E’ importante, ha concluso Chillemi, utilizzare le bioenergie non solo nell’alimentazione dei veicoli leggeri e pesanti in circolazione, ma anche nell’alimentazione di centrali energetiche che forniscono energia ai diversi poli dell’attività produttiva. Durante la conferenza è anche emersa l’importanza di coinvolgere decisamente gli operatori agricoli perché ciò sarà positivo per l’economia e per l’ambiente. Questa è stata l’atmosfera che ha pervaso la presentazione dell’ASB – Azione Strategica Bioenergie di Veneto Agricoltura, nel corso della quale i partecipanti hanno anche appreso che sono già stati avviati da Veneto Agricoltura ben 400 progetti. E’ evidente che parlare oggi di bioenergie significa affrontare uno dei problemi basilari dell’epoca moderna, cioè la riduzione della dipendenza da petrolio e gas e di pari passo l’aumento dell’utilizzo delle energie rinnovabili, un buon risultato per la politica energetica dei paesi più sviluppati del mondo occidentale, anche perché se miglioreremo l’utilizzo delle rinnovabili potremmo sperare in una significativa riduzione dell’inquinamento del pianeta e del buco nell’ozono che già ora sta procurando cambiamenti climatici evidentissimi. Alla fine dell’incontro tra addetti ai lavori presenti in sala era visibile la soddisfazione e soprattutto la speranza che gli imprenditori agricoli sapranno approfittare dei progetti regionali che agevoleranno la valorizzazione delle colture originali- mais, colza e sorgo e i residuati di altre coltivazioni fibrose – e dei liquami dell’alta padovana dai quali potremo estrarre biogas.

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