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In Usa record di 1 mld $ per vino senza trucioli

30/01/2007
Le esportazioni Made in Italy di vino hanno raggiunto con un aumento del 7,8 per cento il valore record di un miliardo di dollari negli Stati Uniti senza l’utilizzazione di tecniche ingannevoli come l’invecchiamento con i trucioli di legno che invece sono permesse nelle produzioni dei concorrenti australiani che vedono crollare le proprie spedizioni in Usa (- 4,8 per cento). E’ quanto ha affermato la Coldiretti che, nel commentare i dati sulle esportazioni di vino negli Stati Uniti nel 2006 divulgati dall'Italian Food & Wine Institute, ha messo in guardia sui rischi determinati dal provvedimento del Ministero delle politiche Agricole che di fatto ha autorizzato l'uso della segatura di legno per invecchiare il vino nel 70 per cento della produzione nazionale. Anche di fronte agli ottimi risultati delle esportazioni di vino negli Stati Uniti e nel mondo ci attendiamo che venga al piu' presto emanato un nuovo decreto che, anche sulla base delle indicazioni del Parlamento, estenda il divieto dell'uso dei trucioli e attivi un adeguato sistema di controlli ha affermato la Coldiretti che ha presentato un ricorso al Tar insieme a Città del Vino, Federconsumatori, Codacons, Adusbef, Adoc, Slow-food Italia, Legambiente e alcuni produttori titolari del riconoscimento di denominazioni di origine controllata. Il chiaro obiettivo del ricorso - ha precisato la Coldiretti - è quello di ottenere la riscrittura delle regole sulle pratiche e i trattamenti enologici autorizzati sulla base del riconoscimento dei vizi di violazione della normativa comunitaria per immotivata disparità di trattamento rispetto a tutti i vini a indicazione geografica tipica. Si tratta di difendere la qualità e l’immagine della produzione italiana che, garantita per l’assenza di trucioli, ha saldamente conquistato la leadership nei confronti dei concorrenti australiani dove queste pratiche sono invece ammesse. Il vino italiano copre da solo quasi un terzo in quantità (31 per cento) del mercato dei vini stranieri negli States seguito da vicino con il 29 per cento dall'Australia costretta a “svendere” il proprio vino con una politica di bassi prezzi e con il 14 per cento dalla Francia, che dopo anni di difficoltà inverte la tendenza e fa segnare il tasso di crescita più elevato (+26 per cento) e in valore ha addirittura superato il Paese dei canguri. Per l’Italia si tratta di un risultato incoraggiante - ha sottolineato la Coldiretti - anche in riferimento ad una vendemmia considerata buona dal punto di vista qualitativo ma contenuta nelle quantità su livelli simili a quelli dello scorso anno attorno ai 50 milioni di ettolitri. Il vino - ha precisato la Coldiretti - è la principale voce dell'export agroalimentare nazionale che trova negli States il primo mercato extracomunitario di sbocco con un quarto del valore totale delle esportazioni di vino Made in Italy. I risultati del 2006 in Usa - ha concluso la Coldiretti - dimostrano la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino Made in Italy che ha raggiunto complessivamente un fatturato record di 9 miliardi di euro, 3 dei quali attraverso l’export, con quasi un terzo della produzione destinata ai 361 vini nazionali Doc e Docg..

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