Flussi migratori: collaborazione tra Veneto e Romania
30/01/2007
La Romania, dopo il recente ingresso nell’Unione Europea, ha chiesto al Veneto di poter utilizzare la normativa regionale a favore dei Veneti nel mondo come modello da applicare per la tutela dei propri connazionali all’estero e per i rientri. La richiesta del governo romeno, che ha scelto il Veneto come riferimento su questi temi, è stata fatta dal ministro del lavoro e della solidarietà sociale Georghe Barbu in occasione del convegno sulle dinamiche migratorie e i percorsi di partecipazione dei migranti, con particolare riferimento all’esperienza italiana., che si è svolto nei giorni scorsi a Bucarest, a cui hanno partecipato l’assessore veneto ai flussi migratori Oscar De Bona e l’ambasciatore italiano Daniele Mancini. Il ministro ha sottolineato l’importanza della collaborazione con l’Italia che è la nazione dove numerosi sono i lavoratori romeni. Da parte sua l’assessore De Bona ha data la piena disponibilità della Regione a proseguire una cooperazione per sviluppare progetti condivisi. Un rapporto, quello con la Romania – ha fatto presente l’assessore veneto – che sta dando risultati per la soluzione dei problemi che riguardano le politiche legate al governo dei flussi dei lavoratori. Inoltre, gli ultimi dati elaborati dall’Osservatorio regionale sull’immigrazione hanno confermato che la componente romena è passata al primo posto come consistenza numerica in Veneto, superando quella marocchina che era prima la presenza “storica” preponderante. De Bona ha illustrato l’evoluzione della normativa regionale che si riferisce alle attività a favore dei Veneti nel mondo. Una legislazione – ha spiegato – partita nel 1974 e inizialmente limitata agli emigrati che erano nati nel Veneto per poi estendersi, con la nuova legge entrata in vigore nel 2003, anche ai discendenti, prevedendo inoltre specifici interventi per chi rientra nella terra di origine. Il Veneto – ha detto l’assessore – ha vissuto infatti per un periodo della sua storia un grande fenomeno di emigrazione. In termini numerici esiste un altro Veneto fuori del Veneto che è oggetto di interesse e di studio, ma da terra di migranti la nostra regione è divenuta terra di immigrazione. In ogni caso – ha concluso De Bona – la Romania è ora nell’UE e questo ha modificato lo status dei lavoratori romeni nel nostro paese e apre nuove prospettive di collaborazione. L’ambasciatore Mancini, che ha promosso questo convegno proponendo il Veneto come modello per la Romania, ha messo l’accento sull’importanza della circolazione della manodopera, aggiungendo che quasi ogni famiglia romena ha un salario proveniente dall’Italia e, d’altro canto, in Romania si contano molti lavoratori italiani.
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