Un capitolo unico nel bilancio regionale per gli interventi nel settore abitativo, da destinare attraverso i due tradizionali canali dell’edilizia sovvenzionata e dell’edilizia agevolata. Nell’edilizia sovvenzionata (cioè quella a totale o prevalente finanziamento regionale, in capo ai Soggetti pubblici – Ater e Comuni) previsione di contratti a tempo determinato, rinnovabili ogni quattro anni, con canoni commisurati sia al reddito che alla tipologia dell’alloggio. Nuove funzioni all’Osservatorio Regionale sulla Casa e sperimentazioni dal punto di vista tecnologico e sociologico.

Sono le proposte di Federabitazione Veneto per la nuova legge regionale sulla casa. “Oltre al proseguimento delle politiche a sostegno di marginalità abitative, è urgente abbattere i costi per l’accesso all’alloggio in proprietà o in locazione rispondendo maggiormente alle esigenze anche di quel ceto medio, rappresentato in buona misura da giovani che vogliono metter su famiglia, che non riese ad accedere ad una abitazione attraverso il libero mercato”, spiega Angelo Grasso.

Per il presidente di Federabitazione Veneto infatti bisogna partire da quello che ha chiamato “diritto alla casa”, già presente nelle carte costituzionali di alcuni Paesi europei tra cui Spagna, Grecia, Portogallo e Svezia, ma non nella nostra . “Il diritto alloggio dovrebbe essere ascritto alla categoria dei diritti sociali, come quello al lavoro e alla mobilita”, precisa Grasso che già nell’ottobre del 2005 auspicava l’introduzione del “diritto alloggio” nella Costituzione europea.



Federabitazione Veneto pensa a una programmazione regionale di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata (Ater e Comuni) e di edilizia residenziale pubblica agevolata (privato sociale) attraverso piani triennali sulla casa derivanti da monitoraggio e analisi della situazione esistente. Una funzione importante in questo senso dovrà svolgerla l’Osservatorio Regionale sulla Casa per il quale sono previste nuove funzioni di iniziativa, di ricerca e di coordinamento.



La politica sulla casa dovrà partire dall’istituzione nel bilancio della Regione di un apposito capitolo intitolato “fondo unico regionale per interventi nel settore abitativo” nel quale dovranno confluire, oltre a risorse regionali, proprie o ottenute da programmi europei, tutti i proventi derivanti da trasferimenti dallo Stato, e i progressivi rientri dei prestiti erogati dalla Regione, finalizzati all’accesso all’alloggio in locazione e proprietà.



In particolare per ciò che concerne l’edilizia sovvenzionata, cioè a totale o parziale carico della Regione in capo ai Soggetti pubblici, per meglio rispondere alle esigenze di economicità delle gestioni a canone sociale, Federabitazione propone una rivisitazione graduale dei contratti, che dovranno essere a tempo determinato di quattro anni, e rinnovali per altri periodi di pari durata alle condizioni economiche commisurate allo stato degli utenti. Ovviamente l’applicazione non potrà che essere graduale: la norma infatti riguarda i contratti di locazione stipulati o rinnovati successivamente alla sua entrata in vigore.



Il canone degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, denominato “canone sociale”, dovrà essere determinato attraverso passaggi successivi che comprendono la determinazione del “Canone regionale annuo base” (CRAB) a metro quadrato, l’elaborazione attraverso coefficienti correttivi relativi alle caratteristiche fisiche dell’immobile, e la riduzione di un aliquota percentuale, stabilita dalla Giunta regionale, corrispettiva alle fasce di reddito.

Questo metodo inaugurerebbe una procedura automatica per pervenire al canone contrattuale del singolo caso partendo da un dato generale che via via si adatta alle condizioni fisiche dell’alloggio e solo alla fine va a integrarsi, riducendosi, con la specifica situazione reddittuale-patrimoniale (Isee) dell’inquilino.



L’obiettivo strategico della proposta di Federabitazione è quello di mettere a punto condizioni di convenienza e di efficienza per le quali l’apporto finanziario regionale risulti veramente decisivo per l’effettivo superamento di condizioni di esclusione abitativa e, nel contempo, chiami gli utenti a uno sforzo finanziario compatibile con il “bilancio mensile di una famiglia neocostituita”.



In questa situazione sarà comunque determinante ridurre i prezzi degli alloggi, soprattutto rendendo disponibili aree a basso costo di edificabilità. La legge dovrà consentire ai Comuni di ottenere cioè aree su cui collocare interventi di Edilizia Residenziale Pubblica Sovvenzionata e Edilizia Residenziale Pubblica Agevolata, anche in vigenza dei vecchi Prg.



Federabitazione infine invita la Regione a far sì che non meno del 30 per cento delle risorse per l’edilizia pubblica residenziale agevolata, in capo al “privato sociale“sia da destinare alla concessioni di finanziamenti per sperimentazioni: dal punto di vista urbanistico-finanziario e di salubrità degli edifici, in ragione della capacità di realizzare esempi e prototipi propria degli interventi pubblici nel settore abitativo.