Ocm tabacco alla prova dei fatti
“Siamo soddisfatti perché possiamo contare sul sostegno del Governo italiano per prorogare il periodo transitorio di applicazione dell’Ocm tabacco dal 2010 al 2013 – ha commentato Gennaro Masiello, VicePresidente nazionale di Coldiretti e Presidente dell’Ont, l’Organizazione Nazionale dei produttori Tabacchicoli – ma ora dobbiamo interrogarci su quali strade prendere per il futuro della tabacchicoltura italiana”.
Il Ministro dell’Agricoltura De Castro, intervenuto al convegno, ha preso atto del documento unitario presentato dai rappresentanti dei produttori, primi trasformatori e sindacati del settore in cui si chiede la proroga dell’applicazione del disaccoppiamento tra premi e produzione, così come è accaduto per gli altri comparti dell’agricoltura.
“Mi impegno a difendere la piattaforma presentata oggi. Fino ad ora la pratica del disaccoppiamento anche se parziale ha comportato un sostanziale abbandono della coltivazione di tabacco in alcune zone – ha affermato De Castro - per questo, abbiamo intenzione di costruire un sistema di alleanze a livello europeo per governare il cambiamento e premere per un atterraggio morbido,allungando i tempi di applicazione del disaccoppiamento parziale dal 2009 al 2013. Il disaccoppiamento, però, è un dato di fatto ed è la strada scelta per il futuro. Quindi dobbiamo lavorare tutti assieme per dare prospettive certe alle nostre imprese, negli anni che abbiamo di fronte”.
Non è detto, però, che vi sia una soluzione unica: “Se immaginassimo una soluzione unica per esigenze diverse – ha concluso Masiello - rischieremmo di fallire. Il mercato è molto complesso, ma può anche dare grandi soddisfazioni. Occorre il coraggio di analizzare lucidamente la realtà: il tabacco è stato ed è un importante motore sviluppo del territorio in termini economici e occupazionali. Oggi occorre studiare soluzioni per incentivare lo sviluppo delle imprese tabacchicole nei territori realmente vocati, come Verona e l’Umbria, mentre andrebbero studiate strategie alternative per quelle aree che, per la posizione o per la varietà coltivata, sono destinate a perdere terreno sul mercato e che dovranno essere accompagnate fuori dal settore. Insomma, occorre accettare la realtà, il settore sta subendo una radicale riorganizzazione”.
Coldiretti Verona
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